Cos’è la zona rosso scuro e cosa cambia per le regioni italiane a rischio

Cos’è la zona rosso scuro e cosa cambia per le regioni italiane a rischio

Zona rosso scuro: che significa e cosa comporta per l’Italia. Tutte le restrizioni richieste dall’Ue anche per alcune nostre regioni.

La grande novità dell’Unione europea nella lotta al Covid è la zona rosso scuro. Si tratta di una nuova area in cui si registra un elevanto livello di rischio di contagio. In queste nuove zone le restrizioni dovrebbero diventare più stringenti, soprattutto in merito agli eventuali viaggi sia in entrata che in uscita. La novità del 25 gennaio è che tra le zone maggiormente a rischio figurerebbero anche alcune regioni italiane: il Friuli-Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano.

Zona rosso scuro: che significa

Con zone rosso scuro si intendono alcune zone, segnalate dalla Commissione europea per il contrasto alla pandemia, in cui il rischio di contagio secondo i dati sarebbe particolarmente alto. In tali aree saranno introdotte restrizioni ancora più gravi, con l’obiettivo di limitare fortemente i ‘viaggi non necessari’.

Infermiera coronavirus

In questo progetto, che va verso l’attuazione, è contenuta anche la raccomandazione agli Stati membri di mantenere e rafforzare gli interventi non farmaceutici per il contrasto al Covid, come la permanenza a domicilio e la chiusura temporanea di molte attività soprattutto in queste aree. Il tutto per cercare di rafforzare i test e la tracciabilità, in modo da poter raccogliere più informazioni soprattutto sulle nuove varianti di Coronavirus.

Cosa comporta la zona rosso scuro

Le restrizioni più importanti per questa nuova zona (che differisce dalla zona rossa italiana) riguardano gli spostamenti e i viaggi. L’Italia, stando alle indicazioni europee, dovrebbe richiedere a ogni viaggiatore di sottoporsi a un test prima dell’arrivo in un paese straniero, per poter dimostrare la propria immunità. Una volta giunto a destinazione, poi, il viaggiatore dovrebbe sottoporsi a un periodo di quarantena. E al ritorno? In questo caso dovrebbe essere autorizzato a sottoporsi a un nuovo test.

Per quanto riguarda i lavoratori transfrontalieri, queste restrizioni dovrebbero però non essere non essere applicate. Chi per motivi di lavoro o personali è costretto a viaggiare spesso attraversando i confini nazionali, dovrebbe essere esentato dalla quarantena e dall’eccessiva frequenza dei test. Diverso il discorso per i viaggiatori essenziali, ad esempio gli operatori sanitari. In questo caso chi proviene dalle aree rosso scuro deve essere sottoposto a test e quarantena, ma solo a patto che questo non abbia cosneguenze sull’esercizio della sua funzione o esigenza.

Infine, per i viaggiatori che provengono da fuori l’Unione europea c’è una raccomandazione in più. In questo caso anche quelli essenziali devono essere sottoposti a test molecolare entro 72 ore prima della partenza, con tracciamento dei contatti, isolamento e quarantena per 14 giorni dopo l’arrivo.

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