Si chiama XE ed è la nuova variante di Omicron. Ecco cosa c’è da sapere a riguardo.
Che il Covid abbia diverse varianti è ormai risaputo. Tuttavia, ogni qual volta ne compare una nuova è davvero difficile prevederne l’evoluzione. Per questo motivo l’OMS ne tiene traccia a livello mondiale in modo da poter cogliere eventuali pericoli.
La nuova variante, di cui si sente parlare in questi giorni si chiama XE ed è considerata appartenente alla famiglia Omicron. Si tratta infatti della combinazione tra Omicron 1 e 2.
Cos’è e come funziona la variante XE del Covid
Nata dalla ricombinazione dei BA1 e di Ba2, XE è considerata a tutti gli effetti una variante di Omicron che presenta delle mutazioni non presenti nelle sequenze finora conosciute.
Ciò dipende dal fatto che quando alcune di esse si combinano tra loro danno vita ad una variante nuova come, appunto, XE. Rilevata per la prima volta nel Regno Unito, questa variante sembra avere un tasso di crescita maggiore rispetto ad Omicron.
Ciò nonostante, anche a fronte dei casi rilevati, questi riguardano una parte davvero piccola della popolazione, rappresentandone solo l’1%. Per questo momento, ad oggi, non si reputa sia un possibile rischio se paragonata alle precedenti varianti.
Il parere dell’Oms sulla nuova variante XE
Al momento l’Oms ha confermato la variante di crescita che si registra con un tasso quasi pari al 10% in più rispetto a quello di Omicron 2. Come già accennato, si tratta però di stime che al momento non possono essere considerate come un segno di vantaggio della variante rispetto alle altre. I casi sono infatti ancora pochi e pertanto è necessario un ulteriore approfondimento.
Ovviamente l’Oms sta continuando a studiare XE in tutte le sue forme al fine di comprenderne il grado di trasmissione, la potenziale gravità e l’efficacia che il vaccino può avere o meno su di essa.
Per questo motivo, nonostante le sostanziali differenze, non si è parlato di una nuova variante al 100% ma di una che seppur con nome diverso appartiene all’ormai conosciuta Omicron.
Tra le altre cose, non si tratterebbe del primo caso di variante mista. In passato erano già emerse altre varianti ibride soprannominate Deltacron, XD e XF.