La procura di Patti ha chiesto l’archiviazione del caso di Viviana Parisi e suo figlio Gioele: si sarebbe trattato di un omicidio-suicidio.
Mentre la famiglia di Viviana Parisi continua a sostenere che quello di Caronia sia stato un omicidio, la procura di Patti ha chiesto al gip l’archiviazione del caso, ritenendo che si sia trattato di un omicidio-suicidio. Nella richiesta di archiviazione il procuratore capo di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, ha elencato gli accertamenti che sarebbero stati svolti (attraverso intercettazioni e testimonianze) in merito alle precarie condizioni psicologiche della donna, che da tempo si sarebbe sentita perseguitata. “Il medico intervenuto ha ricordato di aver visto Viviana sdraiata per terra, che ripeteva la frase: ‘Abbiamo consegnato i nostri figli al demonio’. Circa tre mesi dopo, a fine giugno, la donna era stata nuovamente condotta presso il pronto soccorso del Policlinico di Messina, per avere ingerito, volontariamente, come dicono i medici, dei farmaci “con chiaro intento autolesivo”, si legge nella richiesta di archiviazione (riportata da La Repubblica).
Morte Viviana Parisi e Gioele: la procura chiede l’archiviazione
Secondo la procura di Patti non esisterebbero prove di un omicidio che possa aver condotto alla morte di Viviana Parisi e di suo figlio Gioele, e sarebbe stata la donna a strangolare il suo bambino e poi a gettarsi dal traliccio in preda a un ipotetico delirio psicotico. Nei mesi del lockdown infatti – stando a quanto si apprende dalla richiesta di archiviazione – Viviana Parisi avrebbe iniziato a manifestare un profondo malessere psicologico: la donna avrebbe accusato manie di persecuzione e paure di vario genere “come quello di essere controllata da sconosciuti, anche attraverso la televisione ed il telefono cellulare, oppure ritenendo di essere pedinata da macchine di grossa cilindrata”, si legge nella richiesta avanzata dal procuratore di Patti.
L’incidente
Viviana Parisi avrebbe scavalcato il guardrail fuggendo nelle campagne di Caronia insieme al suo bambino a seguito di un incidente d’auto (da lei causato) all’interno di una galleria. I suoi familiari continuano a sostenere l’ipotesi dell’omicidio e del depistaggio, mentre la procura di Patti è certa: l’emergenza Coronavirus avrebbe esasperato il malessere psicologico della donna che già nei mesi antecedenti alla scomparsa avrebbe tentato di farsi del male ingerendo delle pillole.
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