La notizia della liberazione della cooperante milanese Silvia Romano non ha mancato di sollevare polemiche, e sulla questione anche Vittorio Sgarbi ha detto la sua.
Il 9 maggio 2020, dopo oltre 1 anno e mezzo di prigionia, la cooperante milanese Silvia Romano è stata liberata. La notizia è stata accolta con gioia da tantissimi italiani, ma ovviamente sulla questione non sono mancate anche le polemiche: principalmente a crearne sono stati il presunto riscatto che il Governo avrebbe pagato per liberare la ragazza, e a seguire la sua conversione alla fede islamica (avvenuta, a detta della stessa Silvia Romano, spontaneamente). Il Codacons ha depositato un esposto per chiedere che sulla vicenda il Governo faccia chiarezza, mentre Vittorio Sgarbi ha espresso la sua opinione con un post via social:
“Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”, ha scritto il critico d’arte.
Vittorio Sgarbi su Silvia Romano: le parole
In tanti hanno criticato il fatto che Silvia Romano sia arrivata in Italia indossando il tipico capo delle donne islamiche (jilbab) e a seguire anche il fatto che la stessa cooperante rapita abbia confermato di essersi convertita alla fede islamica (assumendo il nome di Aisha).
A poche ore dalla scarcerazione sono emerse anche delle foto di Silvia Romano con un giubbotto antiproiettile recante il simbolo della mezzaluna turca (e che, a quanto riporta Repubblica, sarebbe state false). Tutte queste vicende (sommate al presunto riscatto versato ai rapitori per la sua liberazione e che secondo i rumor ammonterebbe a 4 milioni di euro) ha gettato pesanti ombre sulla liberazione di Silvia Romano, e Vittorio Sgarbi sembra protendere – come molti altri – per il fatto che sulla liberazione della ragazza ci siano da svolgere ulteriori indagini.
Per il momento Silvia Romano non ha rilasciato interviste, e ovviamente la ragazza si è chiusa in casa – dove osserverà la quarantena per l’emergenza Coronavirus – insieme ai familiari. La notizia della sua liberazione ha diviso il pubblico del web e intanto si attendono i risultati delle indagini per capire cosa è realmente successo in quegli interminabili diciotto mesi di prigionia in cui la ragazza è stata nelle mani dei terroristi di Al Shabaab.
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