Cos’è la violenza ostetrica? Diamo uno sguardo alla definizione e vediamo perché serve una legge che blocchi umiliazioni e soprusi.
Da tempo, ormai, il tema della violenza ostetrica è prepotentemente tornato in auge. L’attivista Francesca Bubba e un gruppo di esperte stanno studiando una proposta di legge volta a bloccare umiliazioni e soprusi nei confronti delle gestanti. Vediamo cos’è la violenza ostetrica e perché è necessaria una norma in merito.
Violenza ostetrica, cos’è e perché serve una legge in merito
Dopo la tragedia avvenuta all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, dove un neonato è morto schiacciato dale peso della madre che, esausta, si è addormentata, l’argomento della violenza ostetrica è tornato prepotentemente a galla. Questa dicitura indica tutti gli atteggiamenti negativi che il personale sanitario ha nei confronti delle donne in procinto di partorire. La definizione più giusta, che aiuta a comprendere pienamente ciò di cui stiamo parlando è quella dell’attivista Francesca Bubba. Raggiunta da Vanity Fair, ha dichiarato: “Che cosa è la violenza ostetrica? Un insieme di comportamenti abusanti che violano la personalità, la volontà e l’autodeterminazione dei corpi gestanti. La violenza ostetrica priva la persona di una esperienza serena e personale del parto, del travaglio e del post partum“.
Tralasciando la carenza assistenziale degli ospedali pubblici italiani, si devono aggiungere anche “le umiliazioni verbali, le coercizioni, tramite anche il linguaggio del corpo, da parte del personale sanitario, la disinformazione e misinformazione legata anche agli spazi dedicati al pre parto, l’uso di routine come episiotomia (procedura chirurgica per facilitare il passaggio del feto), la negazione del parto cesareo e della parto-anelgesia, l’esecuzione di procedure senza consenso e senza averne discusso con la paziente“. Insomma, la violenza ostetrica, come suggerisce il nome, raccoglie una serie di comportamenti che non andrebbero mai messi in atto con nessun paziente, comprese le partorienti. Queste ultime non possono essere trattate come “bambine” per il semplice fatto che tutte le donne al mondo sono ‘nate’ per mettere al mondo dei figli. Ognuna ha un vissuto personale diverso e il suo corpo deve essere rispettato, sempre e comunque.
Ecco una testimonianza di violenza ostetrica:
Violenza ostetrica: perché è necessaria una legge?
La violenza ostetrica, oggi come non mai, deve essere fermata. E’ per questo che l’attivista Bubba e un gruppo di esperte stanno mettendo a puntino una proposta di legge volta a bloccare soprusi e umiliazioni. Al centro della discussione, ovviamente, c’è anche la pratica del rooming in, che ha portato alla morte del neonato al Pertini di Roma. Questo modus operandi, che prevede di lasciare i bimbi in camera con le mamme, non può essere ritenuto valido per tutte le donne. Ogni parto è diverso dall’altro e le gestanti non devono sentirsi sbagliate se non hanno le forze fisiche e mentali di badare al piccolo che hanno appena messo al mondo.