Villa Cattolica: cos’è il museo Guttuso

Villa Cattolica: cos’è il museo Guttuso

Riapre il 26 dicembre il museo che ospita le opere dell’artista

L’aspetto straordinario della Villa Cattolica è proprio la sua ambientazione. Collocandosi nella terra natia dell’artista si pone a immagine e riflessione del rapporto che egli aveva con la sua gente, i conterranei, un rapporto tra contrasti e amore, allontanamento a Roma e ritorno a Bagheria.

Frutto di questo rapporto è il museo stesso che non esisterebbe senza la dichiarazione alla sua terra del Guttuso che dona la maggior parte delle opere che occupano i due piani della spendida villa.

La restante parte deriva da altre donazioni tra cui quelle di Fabio Carapezza Guttuso, annoverando un totale di :

  • 50 dipinti
  • 60 disegni eseguiti dagli esordi (1924), fino alla fine della sua attività (1986).
  • l’Edicola, l’unica  scultura (1965).
  • Opere della collezione privata, formata da 70 dipinti, 8 sculture, 30 disegni delle principali voci artistiche del xx secolo come Domenico Quattrociocchi, Giuseppe Pellitteri, Onofrio Tomaselli, Mario Schifano, Carla Accardi, Antonietta Raphael, Mario Mafai

Il Museo la riapertura, la villa cattolica e le curiosità

Le vicende dietro la struttura che ospita il museo sono piuttosto interessanti; si tratta di una ex masseria che negli anni cambia proprietari, uso e destinazione fino al 1973 in cui inizia il suo processo di trasformazione che la porterà a diventare ciò oggi possiamo ammirare.

L’inaugurazione del museo cade il 26 Dicembre, giorno del 105° anniversario dalla nascita del Maestro Renato Guttuso.

Visitando le stanze della villa settecentesca è il rapporto con la terra natia a segnare il vero filo conduttore; rivelandoci l’artista con le sue denunce, il suo pensiero politico che si volge a lotta e denuncia, accompagnandoci nell’opera di altri artisti, non solo provenienti dal mondo della pittura ma anche fotografia e cinema vengono indagati e si rivelano in un luogo che regala all’esterno un’ultima emozione: nel giardino si trova la sepoltura dell’artista sotto l’arco realizzato dall’amico Manzù, in un luogo che sembra creare un tutt’uno con l’ambiente circostante, con la natura con la terra.