Vialli, la confessione: “Ho avuto il cancro”

Vialli, la confessione: “Ho avuto il cancro”

L’ex calciatore di Sampdoria e Juventus, Vialli, ha raccontato di aver avuto un cancro, di cui ha parlato solo con i familiari: “Non so ancora come finirà”.

Una confessione inaspettata. Quella di Gianluca Vialli, che in una intervista al Corriere della Sera ha detto di aver combattuto – e di continuare a farlo – con il cancro. “Ne avrei fatto volentieri a meno”, ha detto parlando del tumore scoperto un anno fa. “Ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa”, ha spiegato l’ex calciatore di Sampdoria e Juventus. Una sfida diversa da quelle che Vialli ha combattuto sul rettangolo verde.  “Ora sto bene, anzi molto bene. È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale, ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita”.

Vialli: la malattia confessata a moglie e figlie

Vialli ha tenuto nascosta la malattia al grande pubblico, non ovviamente ai suoi affetti. “Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia“, ha spiegato l’ex calciatore.

Gianluca Vialli

Poi Vialli racconta anche un aneddoto legato al fatto che abbia scelto di non far trapelare nulla all’esterno: “Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro”. 

Vialli, il libro racconterà anche il suo percorso

Sì, perché Vialli ha parlato di questo episodio a pochi giorni dall’uscita del suo libro – disponibile dal 27 novembre – “Goals: 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili”.

Anche la sua storia: “Spero che possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. E spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli. Vorrei che qualcuno mi guardasse e mi dicesse: ‘È anche per merito tuo se non ho mollato’…”, ha concluso.