L’imitatrice si apre a Vanity Fair e parla della violenza psicologica subita dall’ex compagno durante e dopo la separazione.
“Non ho mai voluto sfruttare o spettacolarizzare nulla del mio privato, né le gioie né i dolori (…) ho sempre amato concentrarmi sul mio lavoro“. Dopo un po’ di tempo, la comica Valeria Graci, da sempre devota ad imitazioni e risate, che dovrebbero essere il pane quotidiano della sua professione, ha scelto di confidarsi con Vanity Fair circa un accadimento più profondo, relativo al suo privato. Parliamo della violenza psicologica, subita dalla donna durante e dopo la separazione dall’ex compagno, con cui ha anche un figlio.
Valeria Graci si è separata dal suo ex nel 2018, ma ben due anni prima aveva compreso che qualcosa non stava girando nel verso giusto. Tuttavia, ci ha messo più del dovuto perchè, in un primo momento, quell’incancrenirsi del rapporto le sembrava quasi a norma: “Quasi ho cominciato a credere che fosse la normalità: che sentirsi dire “Non vali un cazzo”, “Senza di me non andrai da nessuna parte”, “Non sei nessuno”, “Tornerai strisciando” fosse giusto, fosse vero. Ho iniziato a convincermi di non potercela fare da sola. Me lo chiedevo tutti i giorni: “Ce la farò?”. Nessuno, però, può avere risposta“. Da qui, la forza per arrivare a denunciare: “Sono accadute delle cose molto gravi e molto serie per cui io sono stata costretta a denunciare. Non solo ad andare in commissariato, ma a rendere pubblico quel che è successo, a metterlo agli atti. Io ho subito un’aggressione e denunciato”.
La Graci ammette di esser stata fortunata, in quanto ha trovato la forza di affrontare la situazione grazie al sostegno della mamma, della migliore amica Ornella e della terapia: “Ho la piena consapevolezza di quanto mi abbiano aiutata la mia famiglia, i miei amici. Ho avuto la possibilità, poi, di affrontare un percorso di analisi. E, mi creda, questa è una fortuna che non tutti hanno“. Era il figlio la maggiore preoccupazione dell’imitatrice: “Mi sono tormentata pensando a mio figlio, senza un padre. Mi chiedevo se sarei stata capace di crescerlo, se avrebbe sofferto, se i soldi sarebbero bastati. Accettare l’infelicità o saltare nel vuoto: dovevo scegliere.“
Valeria Graci sottolinea quanto una violenza, seppur psicologica, possa riportare ferite indelebili nel cuore di chi le subisce: “Fanno male, restano. Provocano una sofferenza indicibile, che non vale mai la pena provare. Non si dovrebbe soffrire per nessuno. È vero, tutto passa nella vita, ma passa anche il tempo sprecato, e quello indietro non torna più“. Infine, sostiene che sia opportuno continuare a sensibilizzare sull’argomento, partendo dalle radici: “Bisognerebbe che a parlare nelle campagne pubblicitarie dedicate al tema non fossero volti noti, che poco conoscono l’argomento, ma volti di persone che hanno subito violenza. (…) I bambini saranno gli uomini e le donne del domani, abbiamo tutti una grande responsabilità nel crescerli e nell’educarli, nello spingerli a riconoscere ciò che va bene e ciò che non va bene”.
Che ne pensate delle sue dichiarazioni?