Quali sono i possibili effetti collaterali del vaccino Johnson & Johnson?

Quali sono i possibili effetti collaterali del vaccino Johnson & Johnson?

L’efficacia e gli effetti collaterali del vaccino Johnson & Johnson: ecco tutto quello che c’è da sapere sul monodose prodotto da Janssen.

Fari puntati sul vaccino Johnson & Johnson. Dopo il temporaneo blocco delle somministrazioni negli Stati Uniti e il fermo alla distribuzione in Europa, è il monodose americano prodotto da Janssen ad essere finito nell’occhio del ciclone mediatico. Ma come funziona davvero il vaccino Johnson & Johnson? Qual è la sua efficacia e quali i possibili effetti collaterali? Può essere davvero pericoloso? Scopriamolo insieme.

Vaccino Johnson & Johnson: come funziona

Quarto vaccino approvato dall’Ema dopo Pfizer, Moderna e AstraZeneca, il farmaco di Janssen è particolarmente atteso per la semplicità di conservazione e per il fatto di essere, appunto, un monodose. Si basa su una tecnologia diversa da quella dei sieri a Rna, come Pfizer e Moderna. Da questo punto di vista si avvicina ad AstraZeneca.

Funziona infatti attraverso vettore virale, un frammento di Dna (corrispondente alla proteina Spike) entra nelle cellule, inserendo un virus innocuo e opportunamente modificato. In questo modo le cellule leggono il virus e lo traducono in proteina, facendo diventare quest’ultima l’antigene su cui poggia la risposta immunitaria.

Vaccino Covid-19

Ma qual è l’efficacia di questo vaccino? Stando ai trial clinici, condotti su circa 44mila persone, il risultato avuto è pari al 66%. Contro la variante sudafricana si scendere però attorno al 57%. Ad ogni modo, il siero dovrebbe essere in grado di prevenire le forme gravi di Covid fino al 77% dei casi dopo 14 giorni dalla somministrazione e fino all’85% dopo 28 giorni.

Vaccino Johnson & Johnson, effetti collaterali: rischio trombosi

Stando agli studi clinici, gli effetti collaterali riscontrati dopo la somministrazione di questo siero sono nella norma, anche se l’Ema ha voluto proseguire con controlli aggiuntivi per andare a fondo nelle indagini sulla sicurezza, soprattutto dopo la segnalazione di quattro eventi tromboembolici avvenuti dopo la somministrazione.

A proposito dei casi di trombosi che hanno portato allo stop negli Stati Uniti, al momento non ci sarebbe da preoccuparsi. Secondo Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, infatti, i casi di trombosi sarebbero un evento davvero raro, che colpisce meno di un individuo su un milione. La sospensione però sarà utile per indagare più approfonditamente su questi rari casi di coaguli di sangue, per poterne comprendere meglio la causa.

Come per gli altri vaccini, compreso l’AstraZeneca, esistono comunque degli effetti collaterali meno gravi già presi in esame. In particolare, il più comune, riguardante circa la metà delle persone che hanno partecipato ai test, è stato il dolore nella sede di iniezione. Molto probabile anche incorrere in mal di testa, stanchezza, mialgia o nausea dopo la somministrazione. La maggior parte delle contorindicazioni si sono avute entro uno o due giorni dalla vaccinazione e hanno avuto durata lieve o moderata.

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