I segreti del miglio senza glutine
Il mondo dei cereali è pieno di varietà esotiche e sconosciute ai più: una mancanza a cui bisogna porre rimedio per assicurarsi di seguire un’alimentazione sana e ricca di possibilità tra cui scegliere. Limitarsi alle opzioni messe a disposizione dalla cucina mediterranea significa perdere l’opportunità di scoprire cibi e ricette nuove: nè è un esempio il miglio kodo o varagu, ampiamente consumato in Asia (soprattutto in India). Gli utilizzi del kodo sono molteplici: non resta quindi che scoprirli.
I suoi usi nel mondo
In India, il kodo è sfruttato per varie preparazioni, tra cui un pudding ricavato dalla sua farina. In Africa – che è in realtà il suo contente di origine – questo tipo di miglio viene consumato come sostituto del riso. Più in generale, oltre a far parte dell’alimentazione umana, il kodo è utilizzato come mangime per animali da fattoria come polli, maiali, capre, pecore e bovini. Cresce anche nelle Hawaii, su terreni collinari inadatti alla crescita di altre specie vegetali, e per questo è considerato utile al consolidamento del suolo in zone scoscese. Questa sua facilità di coltivazione, infine, lo rende un cibo adatto a sfamare grandi popolazioni in condizioni di denutrizione.
Utilizzi del kodo positivi per la salute
Fonte naturale di fibre, proteine e ferro, ma completamente privo di glutine, il miglio è perfetto per diabetici e persone intolleranti al glutine. Risulta facile da digerire e capace di rafforzare il sistema nervoso, oltre a essere un’ottima scelta per chi si sottopone a una dieta in quanto sazia velocemente. Non è consigliato consumare pane ricavato dal kodo, nè renderlo ingrediente principale del proprio regime alimentare: il consumo eccessivo, infatti, ha le sue controindicazioni. Concedersi una zuppa ogni tanto, o un tortino, o un dolce, non comporta ovviamente alcun rischio per il benessere.