Prima strangola la sua compagna, poi confessa di averla uccisa seguendo la metodologia vista ne I Simpson. La vicenda.
Adam Barnard, 41 anni, è stato condannato per l’omicidio della sua compagna Tara Kershaw, 33 anni, meno di 24 ore dopo che lei aveva chiamato la polizia e aveva detto agli ufficiali che lui l’aveva colpita sul labbro.
Uccide la compagna imitando i Simpson
Un uomo ha ammesso di aver strangolato la sua compagna, dicendo di averlo fatto, seguendo quanto visto nei Simpson quando la polizia lo ha interrogato.
Adam Barnard, 41 anni, è stato dichiarato colpevole dell’omicidio della sua ragazza da una giuria unanime.
La polizia di Norfolk si è precipitata a casa del 41enne dopo che la sua ragazza Tara Kershaw, 33 anni, ha chiamato gli ufficiali del Multi-Agency Safeguarding Hub (MASH) verso le 18:00 del 18 gennaio 2024, dicendo loro che l’aveva colpita sul labbro.
Sono emerse, poi, delle scioccanti riprese della bodycam della polizia, che mostrano Barnard dire agli ufficiali: “La mia idea di strangolamento è come quella che vedete nei Simpson“.
Ha anche imitato il gesto dello strangolamento, richiamando la scena in cui Homer strangola il figlio Bart.
Il ritrovamento del corpo di Tara
Il corpo di Tara è stato trovato sotto una coperta sul pavimento della stanza in cui viveva, in una guest house in Princes Road, a Great Yarmouth.
La polizia ritiene che sia stata uccisa nelle prime ore del 19 gennaio, meno di 24 ore dopo che aveva chiamato gli ufficiali e il suo compagno era stato arrestato e, poi, rilasciato. Un esame post-mortem dell’Home Office ha poi confermato che la causa della sua morte era da ricondurre a compressione del collo.
Ha detto di essersi “girato istintivamente e di aver immobilizzato Tara dopo averla spinta via”: la donna mostrava insofferenza e manifestava il suo dolore, mentre lui la teneva ferma per il collo.
Quando ha sentito il suo corpo accasciarsi, “si è fermato immediatamente”. Barnard ha affermato di non sapere per quanto tempo aveva immobilizzato Tara e di aver tentato di rianimarla, però, invano.