Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, ha annunciato che la tubercolosi sta diventando multiresistente.
Anche se l’Italia punta a debellare la tubercolosi entro il 2030, la malattia torna a far tremare il mondo intero. L’infezione killer – così come l’hanno sempre definita gli esperti – sta diventando multiresistente. L’attenzione è altissima, soprattutto perché a causa di questa patologia si registrano ancora 1,6milioni di morti all’anno.
La tubercolosi “sta diventando multiresistente”: parla Massimo Andreoni
Al termine dell’incontro We stand with public health: a call to action for infectious disease, organizzato insieme alla Società italiana di medicina generale e cure primarie (Simg), Massimo Andreoni ha riacceso i riflettori sulla tubercolosi. Il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), raggiunto da Adnkronos Salute, ha sottolineato che la patologia è tornata a far paura perché sta diventando multiresistente. Per il momento, la situazione è sotto controllo, ma potrebbe aggravarsi presto.
“La tubercolosi ricomincia a fare paura, a causa dei ceppi resistenti ai farmaci. E’ brutto da dire perché di paura ne abbiamo avuta troppa e non ne vorremmo più sentire parlare. Ma i micobatteri resistenti cominciano a preoccuparci davvero. (…) Parliamo di una malattia in ripresa. E questo è un po’ inevitabile perché la globalizzazione ha tanti aspetti positivi ma anche molti negativi. Permette anche ai germi di circolare meglio. Il problema è che anche il bacillo tubercolare, che conosciamo da centinaia di anni, ora sta diventando multiresistente. Esistono dei casi in cui il trattamento diventa molto complicato perché dobbiamo usare 7 o 8 farmaci e a volte non riusciamo a sconfiggere il micobatterio. Se questi casi diventano preponderanti, il problema diventa molto grave“, ha dichiarato Andreoni.
Tubercolosi in Italia e nel mondo: cosa dicono i dati?
La tubercolosi sta diventando multiresistente perché, a causa della globalizzazione, i germi hanno la possibilità di circolare meglio. Non a caso, la malattia è considerata una delle principali infezioni mortali del mondo. Ogni anno si contano 1,6 milioni di morti e milioni di contagi a livello mondiale. In Italia, fortunatamente, la situazione non è preoccupante: ci sono ‘solo’ 2 mila nuovi casi ogni 365 giorni. Entro il 2030, il bel Paese punta all’abbattimento della tubercolosi ed “è uno dei Paesi candidati a vincere questa battaglia“. Affinché ciò sia possibile, la dottoressa Maria Cirillo dell’Unità Patogeni emergenti dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano ha sottolineato che “è necessario che si prenda coscienza che la malattia esiste ancora, che colpisce i più fragili e che deve essere riconosciuta prontamente e trattata opportunamente per evitare nuovi contagi“.