Piangere significa liberarsi da tensioni e angosce: non bisognerebbe mai trattenere le lacrime. Ecco perché!
Chiamiamolo sfogo emotivo, il pianto è qualcosa che ci libera da rabbia, delusione, tensione e sofferenze: un modo in cui il nostro corpo riesce a liberarsi dallo stress e da tutto ciò che la mente trattiene. Per questo dopo aver pianto ci si sente più liberi, e attraverso lo sfogo vengono eliminate le tossine accumulate e una dose eccessiva di ormoni. Un biochimico americano, William Frey, tramite la sua teoria, Recovery Theory, ha affermato che il pianto legato al dolore produce benefici sia a livello fisico, che mentale.
Quando piangiamo, infatti, viene prodotta la enkfalina, ovvero un oppioide anestetizzante che allevia il dolore e rilassa i muscoli. Proprio per questo motivo, il corpo recupera le energie e si rilassa maggiormente subito dopo aver versato fiumi di lacrime. Quest’ultime, invece, sono costituite da corticotropina e prolattina, ovvero gli ormoni dal cervello che aumentano ogni volta che l’organismo subisce un eccessivo stress.
Perché trattenere le lacrime fa male
Abbiamo appena scoperto il motivo per cui piangere faccia bene alla salute, ma nel caso in cui volessimo trattenere le lacrime cosa succede al nostro corpo? La risposta è ben chiara dal momento in cui abbiamo scoperto di cosa si libera il nostro corpo ogni volta che versiamo le lacrime.
Andando nel dettaglio, lo stress accumulato che decidiamo di nostra volontà di non “buttare fuori”, potrebbe aumentare il rischio di assumere posizioni non adeguate ed essere causa di disturbi cervicali o vertebrali. Ma non solo, aumentano i problemi all’intestino come nausee e gastriti o problemi a livello circolatorio o respiratorio. Trattenere le lacrime non è un bene, perché nei casi più gravi potrebbe addirittura causare danni al cervello.
Ogni volta che sentiamo il bisogno di piangere, assecondiamo il nostro corpo!