Dopo la tragedia avvenuta sulla funivia Mottarone-Stresa, le salme della famiglia di Eitan sono in viaggio per raggiungere Israele.
Il piccolo Eitan è l’unico sopravvissuto della tragedia avvenuta sulla funivia Stresa-Mottarone. Non solo, è anche l’unico della sua famiglia ad essere ancora in vita: un vero e proprio miracolo. Le salme dei familiari del bimbo sono in viaggio verso Israele con un volo di Stato. Si chiamavano Amit Biran, Tal Peleg, Tom, Barbara Konisky Cohen e Itshak Cohen e sono cinque delle vittime della tragedia avvenuta sulla funivia Mottarone-Stresa.
Tragedia Mottarone: le salme della famiglia di Eitan verso Israele
Tutti di origini israeliane, le loro salme stanno per raggiungere Tel Aviv. Dopo essere state trasferite dal luogo della tragedia all’obitorio di Verbania, hanno raggiunto l’Aeroporto milanese di Malpensa. E’ da qui che, a bordo di un volo di Stato, raggiungeranno Israele.
In patria, ci sarà il funerale della famiglia del piccolo Eitan, secondo il rito della loro religione di appartenenza. In Italia resta il bambino di soli 5 anni, che non vedrà mai più i genitori, il fratellino Tom di due anni e gli adorati nonni.
Tragedia Mottarone: gli ultimi aggiornamenti
La tragedia della funivia Mottarone-Stresa poteva essere evitata. Come noto il gestore e alcuni uomini addetti alla manutenzione sono stati arrestati nel corso della notte del 26 maggio 2021. Stando a quanto riferisce l’Ansa, si tratta di: Luigi Nerini, proprietario della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio, direttore dell’esercizio, e Gabriele Tadini, capo servizio. Dai loro interrogatori è emerso quello che il procuratore Olimpia Bossoli definisce “un quadro fortemente indiziario“.
Stando alle indagini che sono state effettuate, i tre imputati hanno commesso un “gesto materialmente consapevole” per “evitare disservizi e blocchi della funivia“, che da quando aveva ripreso servizio presentava “anomalie“. La cabina della funivia Mottarone-Stresa, che è costata la vita a 14 persone, “presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso“.