E’ diventata definitiva la sentenza per la dottoressa di Torino che si serviva dell’omeopatia e della psicoterapia per curare i pazienti.
Invece di rimuovere un melanoma maligno la dottoressa curava la paziente con la psicoterapia e delle erbe. Una donna di 53 anni, Marina, è morta per questo motivo.
La donna poteva essere salvata, il melanoma le era stato diagnosticato nel 2015. Ma la dottoressa non lo fece rimuovere, le disse che il suo malessere era dovuto alle dinamiche familiari e ai suoi “rapporti difficili con le figure maschili”. Se quel neo fosse stato rimosso in tempo, oggi Marina sarebbe ancora viva.
Ma la dottoressa continuava a ripetere a Marina: “Il problema sei tu, il tuo malessere psicologico”. E la curava con psicoterapia e tisane. Marina era in una fase fragile della sua vita, era appena stata lasciata dal marito, e si affidava alla dottoressa, era completamente dipendente da lei.
La dottoressa ora è in stato di arresto. Per lei si aprono le porte del carcere di Torino. Dovrà scontare una pena di tre anni e otto mesi.
“Mia sorella ha una figlia, che al momento dei fatti aveva 14 anni”, racconta il fratello della vittima “una bambina che già non aveva più il papà. E’ principalmente per lei che ho fatto causa, per la sua giustizia”.
L’uomo con indignazione trattenuta racconta di non aver saputo nulla della malattia della sorella Marina. Il fratello è venuto a conoscenza del tumore quando ormai era troppo tardi, il neo si era allargato da 5 millimetri a oltre due centimetri.
Ora, sette anni dopo, afferma: “Spero che la dottoressa abbia capito il suo errore. Perché fino a poco tempo fa non lo aveva capito, si reputava innocente”.