Token ai concerti: cosa sono e perché creano polemiche

Token ai concerti: cosa sono e perché creano polemiche

Cosa sono i token ai concerti? Vediamo a cosa servono e perché spesso alimentano polemiche giuste e condivisibili.

Ormai, i token ai concerti sono sempre più diffusi. L’Italia, sulla scia di quanto avviene nei festival europei e americani, ha pensato bene di inserirli, ma ci sono ancora alcuni aspetti da migliorare. Vediamo cosa sono, a cosa servono e perché spesso scatenano polemiche.

Token ai concerti: cosa sono e a cosa servono

Da qualche anno a questa parte, quanti frequentano i concerti sono stati costretti a familiarizzare con i token. Mentre le nuove generazioni hanno accettato con facilità il cambiamento, talvolta senza farsi neanche troppe domande, coloro che appartengono alla vecchia guardia si sono posti diversi interrogativi, soprattutto sulla convenienza del loro utilizzo. Procediamo per gradi e vediamo innanzitutto cosa sono.

I token non sono altro che gettoni che, nei luoghi dove si organizzano concerti o altri tipi di eventi, vengono utilizzati come moneta. In sostanza, i partecipanti sono chiamati a fare una specie di cambio valuta presso appositi botteghini posizionati all’esterno o all’interno della location scelta per la manifestazione. Con queste monete si potranno acquistare soprattutto cibi e bevande.

Generalmente, il valore in euro del token viene stabilito dagli organizzatori dei concerti e c’è un ammontare minimo richiesto. Ad esempio, potrebbe accadere di dover acquistare almeno 15 euro di gettoni, ognuno dei quali vale 3 euro. Il gettone può essere intero o a metà, quindi valere 1,50 euro.

Token ai concerti: ecco perché non convincono

I token che si acquistano durante i concerti valgono soltanto per quell’evento. E’ qui che nasce il primo problema: non sono rimborsabili. Pertanto, se una persona acquista 15 gettoni e non li spende entro la fine della manifestazione si ritrova con delle monete inutilizzabili. In altre parole, ha perso euro che nessuno gli ridarà. Potrà sempre tenerli come ricordo della serata, ma la perdita c’è ed è inutile negarlo.

A ciò bisogna aggiungere un altro dettaglio importante. L’utente, oltre a fare la fila per entrare al concerto, dovrà farne un’altra per cambiare la valuta. A questo punto, la domanda sorge spontanea: vale davvero la pena introdurre i token? Un cambiamento dovrebbe portare miglioramenti e non peggioramenti, quindi ad oggi questi gettoni non convincono nessuno, se non gli organizzatori che ne traggono qualche vantaggio, o meglio guadagno in più.