Temu, quanto guadagnano gli influencer per le sponsorizzazioni? Ecco le percentuali

Temu, quanto guadagnano gli influencer per le sponsorizzazioni? Ecco le percentuali

Quanto guadagnano gli influencer per le sponsorizzazioni su Temu? Ecco tutto quello che c’è da sapere per iniziare a guadagnare con l’app.

Temu è la piattaforma del momento, perfetta per quanti amano gli acquisti low cost. Di proprietà di un’azienda cinese, consente agli influencer di condividere tutti i prodotti che vogliono, senza alcun limite. Vediamo quanto guadagnano con le sponsorizzazioni e se è davvero così remunerativo come vogliono far credere.

Temu: quanto guadagnano gli influencer per le sponsorizzazioni?

Da qualche tempo a questa parte, Temu ha preso piede anche in Italia. Molto simile a piattaforme come Wish e AliExpress, propone in vendita una quantità impressionante di articoli. Ovviamente, i prezzi sono stracciati e si tratta di merce made in Cina. Anche se tanti influencer provano a far credere di avere tra le mani oggetti da urlo, la qualità è bassissima, talvolta nulla. Pensate che alcuni prodotti non hanno il marchio CE e sono contraffatti. Tralasciando ciò, vediamo quanto guadagnano coloro che sui social esclamano “Ho preso tutto questo spendendo meno di un euro“, oppure “Usa il mio codice per comprare su Temu“.

Il programma di affiliazione di Temu promette di far incassare “da 100 a 6.340 dollari a settimana semplicemente condividendo il tuo link di affiliazione con i consumatori“. La realtà, però, è assai diversa. Le percentuali di guadagno sono: 5% per acquisti compresi tra gli 0 e i 49,99 dollari, 10% tra 50 e 99,99 dollari e 20% per spese superiori a 100 dollari. Considerando che i prezzi degli articoli in vendita sono molto bassi, gli influencer arrivano ad incassare poco.

Perché gli influencer sponsorizzano Temu?

Considerando che la qualità della merce venduta su Temu è pari a zero e che gli influencer guadagnano poco dalle sponsorizzazioni, una domanda sorge spontanea: perché continuano a pubblicizzare prodotti di questo tipo? Molto probabilmente, ci troviamo davanti ad un fenomeno simile a quello di Shein: gli ‘influenzatori’ pensano a fare cassa, anche minima, e se ne fregano degli articoli che indossano e che spingono a far comprare ai fan. Che problema c’è se un vestito è fatto senza rispettare normative europee e, di conseguenza, è nocivo per l’epidermide? Non solo, che problema c’è se per realizzare una maglia del fast fashion le persone sono costrette a lavorare in condizioni disumane? Ovviamente, con i quesiti potremmo andare avanti all’infinito, e oltre.