Colpo grosso per la prima serata di Fabio Fazio su Rai 3: Quentin Tarantino è ospite in studio a Che tempo che fa.
Due Oscar, quattro Golden Globe, Bafta, David di Donatello, Palma d’oro a Cannes. Di lui abbiamo amato tutto: i film, i gossip, le battute, lui, le inquadrature dei piedi, lo splatter. Se lo fa lui, va bene.
Quentin Tarantino è in Italia per ritirare il premio alla carriera alla festa del cinema di Roma. Fazio non ha perso occasione e gli ha chiesto una piccola sosta a Milano per quattro chiacchiere nello studio di Che tempo che fa. Non solo è ospite, ma soprattutto è ospite in studio, dopo due anni di ospiti stellari collegati dalle loro scrivanie e dai loro divani hollywoodiani. Con l’ironia e l’autoironia che lo contraddistingue, parla di sé, della sua arte, di suo figlio. Parla del suo passato come commesso in una biblioteca – “Era un lavoro bellissimo, rilassante, l’ho fatto per cinque anni e ne ho guadagnato tanti amici” -, ma anche dei timori di inizio carriera, della sensazione di non riuscire a fare mai i film che voleva fare. Se non avesse fatto il regista, sarebbe finito in prigione, come pensava da bambino: “Mi dicevo, vuoi vedere ch efinisco in galera quando cresco?”. Una strana sensazione di dover essere coinvolto prima o poi in un reato grave, e invece è finito a girare “film che finiscono nel lavandino della cucina, come diciamo in America”. Ha fatto anche l’attore, ma amava troppo i film per limitarsi a recitare.
Lui che ci ha sottoposto a Kill Bill e compagnia, è statao terrorizzato dal cartone Bambi, un trauma che ancora si porta dietro. Al figlio Leo di due mesi non lo farà vedere.
Fazio non dissimula l’emozione – e la soddisfazione – e gli rivela che, pur di lavorare con lui, accetterebbe di recitare anche la parte di un morto. D’altro canto, se c’è lui alla regia, di certo non mancano i cadaveri.