Taglio dell’Iva su alcuni prodotti, non su tutti: dai prodotti per l’infanzia a quelli per l’igiene intima, quali costeranno di meno.
Come da previsioni, nella prima legge di Bilancio varata dal nuovo governo guidato da Giorgia Meloni c’è spazio per il taglio dell’Iva. Non tutti i prodotti però ne beneficeranno. Se alla vigilia dell’annuncio della manovra si era parlato di un taglio dell’aliquota per prodotti di prima necessità come pane, pasta e latte, nella versione definitiva a godere di questo abbassamento della tassazione sono soprattutto prodotti come quelli dedicati all’infanzia e all’igiene intima femminile.
Niente taglio dell’Iva per pane e pasta
Negli scorsi giorni si era parlato di un possibile azzeramento dell’Iva su alcuni beni di prima necessità come pane, pasta e latte, per aiutare le famiglie italiane in questo periodo di crisi economica e di inflazione. Alla fine, il governo ha però deciso di non confermare tale misura, investendo le risorse necessarie per risolvere altre urgenze.
Una decisione che può sembrare non corretta, ma che è motivata anche dallo scarso impatto che un taglio di questo tipo avrebbe avuto a livello economico. Anzi, si sarebbe potuta trasformare in un vero boomerang, come spiegato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo: “Un’esenzione del genere andrebbe a beneficio soltanto di chi il pane e il latte se lo può comprare, con il concreto rischio che la mancata detrazione dell’Iva per chi produce il pane e il latte finisca per andare a gonfiare i prezzi“.
Tampon tax e prodotti per l’infanzia: c’è la svolta
La riduzione dell’Iva, dal 22% al 5% è invece destinata a diventare realtà per i prodotti dell’infanzia e per la cosiddetta tampon tax, la tassa pagata sui prodotti dedicati all’igiene femminile, che passa così dal 10% al 5%. Con la manovra potremo dunque pagare un prezzo più basso per gli assorbenti femminili e per prodotti dedicati ai neonati, come i pannolini.
Per aiutare ulteriormente le famiglie italiane, comunque, il governo ha scelto di istituire, al posto del taglio dell’Iva su pane e latte, un fondo da 500 milioni di euro per realizzare una Carta risparmio spesa. Di cosa si tratta? Di una carta sociale destinata a chi vanta redditi inferiori ai 15mila euro. I comuni potranno gestire questo strumento per aiutare le famiglie in difficoltà ad acquistare beni di prima necessità, distribuendo buoni spesa a chi ne ha davvero bisogno.