Stimolazione ovarica: cos’è, come funziona, quando deve essere fatta e quali sono i possibili rischi.
Avere un figlio non è sempre semplice. Molte coppie, pur desiderandolo, sperimentano in Italia difficoltà di procreazione. Fortunatamente, per venire in soccorso a chiunque lo desideri, è possibile effettuare anche nel nostro Paese un trattamento specifico che aiuta le donne con un’ovulazione debole: la stimolazione ovarica. Una tecnica molto semplice che permette spesso di risolvere ogni tipo di problema e di realizzare il sogno di tantissimi genitori. Ma di cosa si tratta? Come funziona e quali possono essere i suoi rischi?
Cos’è la stimolazione ovarica e come funziona
La stimolazione ovrica è una tecnica che prevede la somministrazione alla donna di ormoni che possano incentivare la produzione di un numero maggiore di follicoli maturi, per poter migliorare l’ovulazione. Quando gli ovuli prodotti naturalmente non sono in numero adeguato o sono di cattiva qualità, le possibilità di arrivare alla gravidanza sono davvero poche.
Si parla, in questi casi, di sterilità ormonale, una situazione in cui l’ovocita non riesce ad avere la giusta efficienza e causa un malfunzionamento dell’ovaio. Per poter risolvere questo problema, da qualche anno a questa parte è possibile utilizzare proprio la tecnica della stimolazione ovarica.
Dopo aver effettuato le analisi e i test indispensabili per poter procedere, i medici agiscono sulle ovaie a livello di ipofisi, una ghiadola del cervello che produce FSH, LH e prolattina. La qualità dell’ovulazione può dipendere infatti proprio da un cattivo funzionamento di questa ghiandola, che viene stimolata per poter produrre un numero di ovuli efficienti più elevato.
A cosa serve la stimolazione ovarica
Come abbiamo già potuto vedere, questa procedura serve dunque per aumentare le possibilità di poter concepire e per poter risolvere un problema di sterilità ormonale. La stimolazione delle ovaie viene però utilizzata anche per l’inseminazione artificiale o per la fecondazione in vitro.
Vale la pena sottolineare i risultati dell’utilizzo di questa tecnica. Nel 30% dei casi l’utilizzo della stimolazione ha infatti grande successo e permette alla futura madre di restare incinta meno di tre mesi dall’inizio del trattamento. Inoltre, i rischi associati a questa tecnica sono pochissimi: solitamente è ben tollerata, e può causare solo nausee, emicrania, vampate e in alcuni casi irascibilità e difficoltà nel sonno.
Quali sono le fasi della stimolazione delle ovaie
Utilizzata con grande successo anche dalle mogli di personaggi famosi come J-Ax e Angelo Pintus, la stimolazione prevede diverse fasi. La prima è quella dell’ecografia iniziale di base. In questa fase viene eseguita un’ecografia nei primi tre giorni del ciclo, durante l’assunzione di contraccettivi o dopo l’ovulazione, per verificare che le ovaie siano a riposo e che non ci siano cisti o altri problemi.
Si passa quindi alla stimolazione controllata, che consiste nella somministrazione di ormoni per lo sviluppo dei follicoli. La terapia si svolge solitamente tra il primo o il secondo giorno del ciclo mestruale e dura dai dieci ai dodici giorni. Infine, si arriva alla terza fase, quella della maturazione follicolare e dell’ovulazione, che prevede l’iniezione del trigger e di alcuni ormoni che dovranno stimolare la maturazione finale del follicolo.