Fermarsi e dedicare più tempo a sé stessi può aiutarci a ristabilire ciò che siamo: sprecare tempo fa in effetti bene, sia a noi che agli altri. Scopriamo perché!
Viviamo in una società in cui è sempre più presente il culto del profitto, dove tutto si traduce in “grafici” e “moneta”. Per molti, che non riescono a coglierne i benefici, il concetto di “sprecare tempo” ha solo una connotazione negativa. Gli esseri umani, solitamente, credono che solo quelle attività che comportano un arricchimento economico siano effettivamente valide.
Una visione consumistica della realtà, che dovrebbe in effetti essere riformulata. Infatti, perdere tempo non significa sempre “sprecare tempo”, ma anche “riappropriarsi” della propria singolarità e coltivare le passioni. Cerchiamo di fare chiarezza: ecco perché sprecare tempo, con parsimonia, fa bene.
Sprecare tempo: i benefici dell’ozio
Partiamo da un concetto fondamentale: studiare non dovrebbe solo creare dei perfetti automi che svolgono una professione. Scoprire nuovi tempi, pensieri e luoghi, anche tra le pagine dei libri, comporta un profondo arricchimento personale. Studiare può far emergere nuove passioni, che spesso vengono successivamente scavalcate dal lavoro.
Fermarsi un attimo e “sprecare tempo” può aiutare le persone a essere consapevoli delle proprie conoscenze, teoriche o pratiche che siano. Leggere un bel libro davanti a un caminetto accesso in pieno inverno può regalare diversi benefici, tra cui il relax.
Una pausa aiuta inoltre a far riposare il corpo e la mente, così da poter svolgere meglio l’attività successiva. Basti pensare alle pause durante il turno di lavoro e, tornando più indietro, alla ricreazione a scuola. Questi sono degli esempi di pause pensate per far rilassare il lavoratore/studente, così che possa successivamente offrire il meglio di sé.
Anche coltivare e approfondire le proprie passioni può arricchire la persona. Ad esempio, imparare a suonare uno strumento regala agli appassionati di musica delle inestimabili soddisfazioni, così come leggere un libro di filosofia.
Il tempo speso per leggere un buon libro, guardare un film o consultare una semplice cartina geografica non dovrebbe essere tradotto come uno spreco: queste sono tutte attività benefiche che aiutano la mente.
Sprecare tempo e ritrovare sé stessi
Fermarsi un attimo può anche aiutare a ristabilire una connessione con sé stessi. Sarebbe forse opportuno staccare il telefono ed evitare di controllare la casella di posta elettronica, così da poter soffermare la propria attenzione su altri contesti.
Pensandoci, infatti, anche i rapporti umani richiedono una certa “lentezza”: per fidarsi di una persona bisogna prima conoscerla e costruire con essa dei ricordi. Quel tempo che diventa libero, dopo aver messo da parte il “culto del denaro”, può essere finalmente occupato da altre attività, magari ricreative. Si potrebbe, ad esempio, guardare un bellissimo tramonto, gustare l’ultimo film del proprio regista preferito, giocare con i videogame, ascoltare musica, guardare una serie TV e fare tutto ciò che ci piace.
In questa prospettiva, in cui il tempo da perdere non dovrebbe essere elevato (un’ora al giorno va più che bene), si va quindi a guadagnare istanti che potranno essere spesi per stare bene con sé stessi. In conclusione, “perdere tempo” dovrebbe essere vista quasi come un’operazione catartica, per ristabilire una connessione con sé stessi.