Quali sono i danni alla salute dello smart working? Dalle malattie cardiovascolari al diabete: ecco i potenziali rischi del lavoro agile.
Da anni, ormai, lo smart working è entrato nella nostra quotidianità. In molti lo apprezzano, ma non tutti conoscono i potenziali danni alla salute del lavoro agile. Vediamo quali sono le malattie che si rischiano e se c’è un modo per evitare l’insorgere di determinate problematiche.
Smart working: i potenziali danni alla salute
La pandemia da Covid-19 ha cambiato tanti aspetti della quotidianità, lavoro compreso. Proprio per far fronte ai contagi, la quasi totalità delle aziende di tutto il mondo ha introdotto lo smart working. La modalità di lavoro agile, anche se in un primo momento è apparsa come la soluzione migliore, ha portato ad alcuni danni alla salute che non si possono sottovalutare. Secondo l’analisi condotta dal quotidiano americano The Hill, i lavoratori da remoto hanno riscontrato una serie di problematiche, sia a livello fisico che mentale.
Secondo la rivista statunitense, la popolazione americana si è detta contenta della possibilità di lavorare da casa. Eppure, questa improvvisa sedentarietà può portare allo sviluppo di problemi di salute non indifferenti. Basti pensare che un dipendente in smart working percorre, in media, soltanto 16 passi dal proprio letto alla postazione di lavoro, con una diminuzione del movimento pari al 50%. Tra i vari danni alla salute si segnalano: trombosi venosa con possibilità di scaturire in una embolia polmonare, malattie cardiovascolari, diabete, emicranie, problemi alla vista, insonnia e stress.
E’ possibile evitare i danni alla salute dello smart working?
Secondo un sondaggio condotto da All About Vision, un lavoratore in smart working trascorre circa 13 ore al giorno davanti ad uno schermo, due ore in più rispetto a quelle di una normale giornata in ufficio. Di certo, la modalità di lavoro agile spinge a condurre una vita più sedentaria, ma i danni alla salute sono potenziali, motivo per cui possono essere evitati. E’ consigliato, infatti, avere una routine ben programmata, che comprenda anche un po’ di attività fisica. Inoltre, la mole di lavoro non dovrebbe mai essere superiore a quella tradizionale.