Giappone, emergenza medica per la sindrome da shock tossico: i sintomi

Giappone, emergenza medica per la sindrome da shock tossico: i sintomi

In Giappone è scattata l’emergenza medica per la sindrome da shock tossico: vediamo cos’è e quali sono i sintomi.

Da inizio 2024 ad oggi, il Giappone ha visto un netto aumento di pazienti che hanno contratto la sindrome da shock tossico. E’ per questo che il primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato l’emergenza medica. Vediamo quali sono i sintomi della malattia e perché rappresenta un pericolo per il mondo intero.

Sindrome da shock tossico: i sintomi

Il Ministero della Sanità del Giappone ha dichiarato l’emergenza medica per l’alto numero di infezioni batteriche provocate dallo streptococco. Conosciuta anche con il nome di sindrome da shock tossico streptococcico (Stss), è una malattia altamente mortale, che si manifesta quando i batteri sono ormai entrati nei tessuti più profondi dell’organismo e circolano nel flusso sanguigno.

In un primo momento, i sintomi possono facilmente essere confusi con quelli di altre patologie. I disturbi più comuni sono: febbre, dolori muscolari e vomito. Soltanto in seguito, la sindrome si manifesta in tutta la sua aggressività: si verifica un improvviso abbassamento della pressione sanguigna e gli organi vanno in insufficienza. Questo significa che l’organismo umano va in totale shock.

Generalmente, se la malattia viene presa in tempo ci sono buone possibilità di sopravvivenza. Secondo le stime, si rivela mortale in tre persone su dieci, quindi il tasso è del 30%. I casi più complicati si verificano quando lo streptococco riesce a produrre una tossina dannosa per il corpo umano. Questa viene agganciata dal flusso sanguigno e si manifesta lo shock tossico.

Sindrome da shock tossico: qual è la situazione in Italia?

Nei primi sei mesi del 2024, il Giappone ha registrato 1.000 casi di pazienti con sindrome da shock tossico e 77 decessi. L’emergenza sanitaria è scattata perché, rispetto al 2023, i positivi sono aumentati di circa 60 unità, facendo registrare il numero più elevato dal 1999.

Onde evitare inutili allarmismi, è bene sottolineare che in Italia la situazione è sotto controllo e non è stata diramata nessuna allerta. In ogni modo, ricordate che il tasso di mortalità è pari al 30% e, generalmente, le difese immunitarie riescono a contrastare l’infezione. Laddove ciò non avvenga, intervengono i medicinali.