Daniele Del Giudice si arrende alla grave malattia neurologica che lo tormentava da diversi anni. Sabato prossimo avrebbe ricevuto il premio Campiello alla carriera.
La storia di Daniele Del Giudice iniziò a Roma, con una bicicletta e una macchina da scrivere ricevuti in dono dal padre. Erano già segni di un destino fatto di sensibilità, movimento e scrittura. Oggi ha scritto la parola “fine” a Venezia, immerso nella quiete di una residenza della Giudecca, dove aveva trascorso gli ultimi anni tormentato da una grave malattia neurologica.
Sabato prossimo avrebbe dovuto ricevere il premo Campiello alla carriera, ultimo riconoscimento di una lunga serie che si aprì con le parole di Italo Calvino.
Nel romanzo d’esordio di Daniele Del Giudice (Lo stadio di Wimbledon, 1983), infatti, in quarta di copertina ci sono proprio le parole di Calvino che parlano di “un nuovo sistema di coordinate”. Un battesimo letterario speciale, che ha forgiato una scrittura unica, a tratti anomala, che ben rifletteva la sensibilità di Del Giudice.