Dopo Milano tocca a Parigi, dove tra gli incanti di un appuntamento di nove giorni spicca la sfilata Dior primavera/estate 2021. Look esotici celebrano il rituale della moda.
Ad aprire la Paris Fashion Week 2020, partita lo scorso 28 settembre, è stata la sfilata Dior: un evento che ha presentato la primavera/estate 2021 del brand in un location molto particolare, dall‘allure sacra.
La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri ha pensato ad uno spazio espositivo completamente nero, illuminato da scatole gigantesche e luminose che richiamassero la preziosità e la sacralità delle finestre gotiche. Una sorta di cattedrale della moda, nel quale celebrare il suo rituale, quello Dior che sogna un’estate piena di colori ed effervescente.
Il Fashion show sacro di Dior alla Paris Fashion Week
Quanto Dior sotto la guida di Maria Grazia Chiuri è riuscita a realizzare con la sfilata di Lecce, ne porta un po’ anche a Parigi nella sua primavera/estate 2021 pur se in una veste più sommessa e sobria. C’è sempre desiderio di colore, speranza, ricerca di un’armonia che dalle tradizioni locali pugliesi adesso si sposta verso fantasie esotiche.
Stampe indonesiane e malesi illuminano con i loro giochi di colori la passerella e la location realizzata da Lucia Marcucci, artista contemporanea che deve la sua ispirazione a Georges De La Tour e Piero della Francesca. Sacrale anche l’accompagnamento musicale di dieci voci femminili intonanti canti tradizionali della Corsica.
Sfilata Dior primavera/estate 2021: domina l’iktat idonesiano
A dominare immediatamente la scena e a spiccare è la scelta di Dior di puntare su uno stile tie dye dominante, audace, optando per silhouette più generose che si modellano sul corpo.
L’iktat, un particolare procedimento per la tintura dei filati tipico di Indonesia e Malesia, è l’ultimo grande amore di Dior, con cui tinge pantaloncini, cappotti e completi lavorati a maglia. La sensualità resta la grande cifra stilistica dominante della collezione.
A non passare inosservato è stato il mini abito cappotto iktat che arriva fino alla coscia, un’ispirazione che la Chiuri ha catturato dagli archivi Dior, dove ha scoperto una collaborazione del 1957 tra Monsieur Dior e una rivista giapponese.