Al centro della fake news Sanna Marin, premier finlandese che sembrava volesse ridurre i giorni lavorativi a 4 e le ore giornaliere a 6: ecco la verità .
Una notizia che aveva fatto clamore, soprattutto in Italia, dove il tema è molto caro: la premier finlandese Sanna Marin ha proposto la settimana di lavoro corta, fatta di 4 giorni e 6 ore. Tutto molto bello, ma peccato che la notizia, che aveva fatto il giro del mondo e in Italia era stata pubblicata dalle testate giornalistiche più autorevoli, fosse una bufala. Ecco cos’è successo.
Finlandia, la settimana (non) sarà di 4 giorni lavorativi
Tutto comincia nell’agosto del 2019, quando alcuni esponenti del gruppo socialdemocratico finlandese si riuniscono a Turku in occasione del 120esimo anniversario del loro partito. Sanna Marin, che all’epoca era Ministra dei trasporti, fece un’intervento legato al tema, esprimendo l’idea che la produttività della Finlandia sarebbe potuta aumentare riducendo o l’orario di lavoro o la settimana lavorativa (per la cronaca, o una o l’altra).
Una dichiarazione che è stata riportata da alcuni giornali nazionali. Ed è bastato un titolo acchiappaclick di troppo per far sì che la notizia rimbalzasse di quotidiano in quotidiano: fra i primi il New Europe di Bruxelles, che titolò Il Primo Ministro finlandese Marin chiede una giornata lavorativa di 4 giorni e 6 ore nel Paese.
Così la news è arrivata in Inghilterra, poi nel resto d’Europa e infine in Italia: una diffusione a macchia d’olio, che nel gennaio del 2020 ha costretto Sanna Marin ha fare chiarezza e riportare chiarezza.
Il tema del lavoro e del tempo libero
Una fake news va sempre considerata come tale, e dunque, respinta. Sorprende, a dire il vero, che il mondo dell’informazione sia diventato così poco soggetto a fat-checking e ricerche di fonti autorevoli prima di scrivere di notizie così importanti.
Tuttavia, non c’è dubbio che la larga diffusione (e le tante opinioni espresse) in merito al tema rappresentino una importante spia sociale, difficile da non ascoltare: siamo diventati una società nevrotica e che lavora troppo?
Il problema è particolarmente sentito in Italia, dove spesso i dipendenti vengono valutati in base alla quantità di ore di lavoro, e una faccia stanca davanti a uno schermo è più rassicurante di un dipendente felice del suo tempo libero.
Che con la settimana corta la produttività potrebbe aumentare, tra l’altro, non è nemmeno una teoria così insensata: basti vedere il caso di Microsoft Japan, che nell’agosto del 2019 ha testato una settimana lavorativa di 4 giorni registrando il 40% in più di produttività .
Meno emissioni, meno consumi, dipendenti più felici, riposati e (soprattutto) più attaccati all’azienda: un nuovo modo di pensare il lavoro che sembra distante anni luce dalla mentalità italiana, dove si fatica anche solo a introdurre il concetto di smart working.
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