Sesso a pagamento: la svalutazione e i saldi in tempi di crisi

Sesso a pagamento: la svalutazione e i saldi in tempi di crisi

Il fenomeno del sesso a pagamento, conosciuto anche come prostituzione, per strada non conosce pause, anche se la crisi economica ha stravolto perfino questo settore

La crisi colpisce anche il mondo della prostituzione della Capitale, è questo quanto emerge da una serie di interviste alle dirette interessate, le prostitute.

Nel bel mezzo dell’Ardeatina, la strada che congiunge Roma con Ardea, c’è un divano con sopra un cartello, nonchè il “prezzario” delle prostitute che stazionano lì e consumano i rapporti sessuali nella cabina abbandonata forse dell’Enel poco dietro, appena dentro un cancelletto.

Somiglia ad un menù di un ristorante, dove sono specificati i vari servizi ed i prezzi: 20 euro per un rapporto sessuale, sempre 20 euro per un rapporto orale e 50 euro per un rapporto anale. Scontati, un rapporto sessuale insieme ad uno orale costano solo 30 euro.

A stazionare davanti al cartello, seduta sul divano, la prostituta di turno ricercatissima dai clienti. Si pensi che in meno di mezz’ora riesce ad avere almeno due clienti, più uno in attesa del suo turno costretto a tornare più tardi.

Parola alle “professioniste”

“Prima chiedevo almeno 70, 80, anche 100 euro per mezzora. Adesso ho abbassato i prezzi”, ammette Sara, “ora per la prestazione chiedo cinquanta euro. Ho 42 anni, sono messicana. Io parlo per me, ho calato i prezzi e il servizio è molto meglio. Sai perchè? Perché questo lavoro è come una pizzeria, se tu mangi bene torni, se tu mangi da schifo non torni mai più questa è la regola del mercato. Se tu hai 50 euro da spendere e vai in un posto dove ti fregano, poi non ci torni più. Tu devi essere onesto nel tuo lavoro, qualsiasi lavoro devi farlo in modo onesto”. 

“Io cerco sempre di andare incontro al cliente”, ha detto invece Marta. “Non so se tutte noi abbiamo abbassato le tariffe, ma se posso venirti incontro lo faccio tranquillamente. Diciamo che per una prestazione con molto tranquillità chiedo attorno ai cinquanta euro, magari prima potevo chiederne una settantina”. 

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Anche Angelica conferma il calo del costo delle proprie prestazioni:

“Io non lavoro per tempo, ora chiedo cinquanta euro per una prestazione, prima chiedevo cento, centocinquanta”. Niente da fare, invece, con le cinesi: “Se abbiamo abbassato i prezzi per la crisi? Non capisco quello che vuoi dire, un’ora costa cento, mezzora costa cinquanta euro. Mezzora con due ragazze? Cento euro! Sconti? Non capisco cosa significa questa parola”.