Selvaggia Lucarelli è andata du tutte le furie dopo aver scoperto che su Facebook esiste una pagina a suo nome: Dagopsia riporta il post della blogger.
L’opinionista Selvaggia Lucarelli in questi giorni ha scoperto che esiste una pagina a suo nome su Facebook dove ci sono frasi e foto in cui sembra che lei sia una prostituta che lavora per strada. Stufa di questa situazione ha deciso di intraprendere un’azione legale contro il social network più famoso al mondo perchè si sente in balia della violenza e secondo lei gli standard di sicurezza della community non sono così efficienti. La blogger ha inoltre pubblicato un lungo post dove ha anche parlato di Tiziana Cantone e di come la donna non sia stata tutelata dai social.
La lettera che Selvaggia ha scritto a Mark Zuckerberg:
“Caro Mark Zuckerberg,
chi ti scrive è una che ama la tua creatura forse più di te. Una che grazie a Facebook ha trovato lavoro, amici, contenuti illuminanti, una platea di lettori che ha raggiunto il milione, spunti e riflessioni. La premessa è necessaria perché ti sia chiara una cosa: non sono l’ad di Twitter e neanche una che s’è scoperta cornuta controllando il messenger del fidanzato.
Sono una che avrebbe solo buoni motivi per tifare per te. Da un po’ di tempo però, l’amore appassionato che provavo per Facebook s’è sbiadito. Apro la mia pagina, mi faccio un giro sulle altre bacheche, controllo la home e non c’è giorno in cui non mi senta in balia di una violenza senza argini e senza controllo. O che non veda qualcun altro subire la stessa sorte. Sai Mark, grazie ai potenti mezzi che mi hai messo a disposizione, io ci provo a difendermi.
Ieri per esempio ho segnalato al tuo attentissimo, efficientissimo, serissimo team di sentinelle che esiste una pagina pubblica chiamata “Selvaggia Lucarelli lavora in tangenziale”, sottotitolo “uscita della tangenziale scelta, tariffe e orari di Selvaggia Lucarelli”. C’è anche un mio fotomontaggio in tenuta da lavoro serale a corredare il tutto. Dopo poche ore il tuo efficientissimo team mi ha risposto così.
“Grazie, segnalazioni come la tua sono un contributo per rendere Facebook un ambiente sicuro e accogliente. Abbiamo determinato che la pagina che ci hai segnalato rispetta gli Standard della nostra comunità. Non esitare a contattarci se visualizzi altri contenuti che ti preoccupano!”.
Lo stesso messaggio mi è arrivato relativamente alla segnalazione della pagina “Selvaggia Lucarelli pupazzo erotico dell’Isis”, “Rip Selvaggia Lucarelli”, della pagina “Pastorizia never dies” in cui sono stati postati fotomontaggi con l’immagine di mio figlio col cartello “Mia madre è una puttana” o inviti a cercare il mio indirizzo di casa per attendermi davanti al portone.
E’ quindi evidente che gli standard della tua comunità sono piuttosto elastici o che le tue sentinelle, anziché fare il loro lavoro, stiano sì su Facebook ma a mettere like alle foto in costume di Belen. O che io sia, effettivamente, una puttana, per cui il dichiararlo non costituisce reato.