Selvaggia Lucarelli torna delle critiche ricevute dopo le parole ai Ferragnez ma non parla direttamente di loro, c’è aria di diffida?
La giornalista torna sulle critiche ricevute sui social, dopo aver parlato degli audio pubblicati da Fedez della sua seduta dallo psicologo. Tra Selvaggia Lucarelli e Fedez si è consumata una discussione con la replica del rapper e poi i social si sono sbizzarriti contro di lei. Ora la penna graffiante torna sull’argomento ma senza menzionare i Ferragnez, questo può far pensare ci sia una diffida in corso.
Le dichiarazioni di Selvaggia Lucarelli
Come riporta Today, Selvaggia Lucarelli scrive: “Non posso più rispondere alle questioni sollevate dalla faccenda Fedez, per cui liquido qui velocemente alcune delle cose che mi avete chiesto. 1) Ognuno è libero di gestire social e contenuti così come ognuno è libero di esercitare il suo senso critico su come li gestiscono gli altri. 2) No, non sono fatti loro. I fatti nostri sono quelli che ci teniamo per noi, quello che condividiamo lo condividiamo perché susciti reazioni. E non possiamo decidere quali reazioni“.
E ancora: “A chi mi dice giudichi, sei ossessionata dai Ferragnez blabla, sto lavorando, pagata. Voi state giudicando me, ossessionati da me, sui social, gratis. E non posso rispondere a tutti quelli che stanno provando a tirarmi dentro a discussioni idiote, abbiate pazienza. 4) Trovo che nel caos solito si sia sviluppata una discussione interessante sul ruolo della psicoterapia anche all’interno della categoria psicologi, e a me interessa soprattutto quest’ultima parte. Chi fa il giornalista, alla fine, si interessa di questo: di cosa nasce da una discussione. Ecco, mi pare che il neonato sia stimolante. E questo, qualunque cosa si pensi”.
Poi conclude: “La mia interpretazione di ciò che si comunica sul web e sul perché lo si fa nasce da esperienza personale (sono a mia volta una comunicatrice social e dai primi giorni) e professionale (mi occupo di questo sui giornali e siti da 20 anni quai). Quindi abbiate pazienza, ma credo di essere un po’ più sgamata della maggior parte di voi.
So cosa costa in termini di tempo, pressioni e energie stare dietro a un profilo che si nutre di mia quotidianità 24 ore su 24, immagino molto bene quanto possa diventare poco genuino e alla lunga velenoso vivere la propria vita la maggior parte del tempo in funzione di quello che si condividerà e pubblicherà, minori compresi. Alla fine anche la percezione dei confini del ‘troppo’ salta in aria. E si vive in una realtà alterata, alla black mirror, in cui inevitabilmente succede di fare cose neppure giuste o sbagliate, ma stranianti. Qualcuno direbbe disturbanti. Qualcuno cringe. Ecco il vero punto di non ritorno è quando si sfonda la barriera del cringe“.