Ergastolo per la zia e la cugina di Sarah Scazzi, e 8 anni di carcere per lo zio Michele Misseri: ripercorriamo condanne e indagini su uno dei casi di cronaca più seguiti d’Italia, il delitto di Avetrana.
Quello di Sarah Scazzi è stato un delitto atroce, con risvolti scioccanti e misteriosi. Il ritrovamento del corpo della quindicenne avvenne in diretta televisiva a Chi l’ha visto? dopo oltre un mese dall’inizio delle ricerche, ad Avetrana, un piccolo paese in provincia di Taranto in Puglia, diventato ormai tristemente famoso proprio per via dell’omicidio.
A seguire si scatenò un processo mediatico unico, dove un’intera famiglia (la stessa ad aver cresciuto la ragazzina) si è rimpallata le responsabilità sul caso, senza mai fare chiarezza e, soprattutto, senza confessare mai la verità.
I protagonisti del delitto di Sarah Scazzi
Michele Misseri: “l’ennesimo fenomeno da baraccone”
“L’uomo che ha fornito sette versioni differenti circa il proprio coinvolgimento nel delitto, e che ormai, ritenuto del tutto inaffidabile dagli inquirenti, è divenuto l’ennesimo fenomeno da baraccone del mondo mediatico”, così lo scrittore Giordano Teodoldi definì Michele Misseri.
Michele Misseri ha fatto finta di ritrovare il telefonino della ragazza e ha condotto le forze dell’ordine sul luogo in cui era stata sepolta (un pozzo nelle campagne del paese). Quando i sospetti su di lui hanno cominciato a farsi insistenti, lo zio, che per Sarah era come un padre, ha confessato di aver ucciso la ragazza dopo averla violentata.
Nella versione dell’uomo erano molte le cose a non coincidere, tanto che, in un secondo momento, ritrattò completamente la versione dicendo di aver abusato della bambina solo dopo averla uccisa. Infine addossò la colpa su sua figlia, Sabrina Misseri.
La cugina di Sarah, Sabrina Misseri: gelosa di lei?
Sabrina Misseri: “fredda pianificatrice d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità”, furono le parole del giudice al verdetto contro la cugina di Sarah. Lei si è sempre proclamata innocente.
Sabrina e Sarah erano cresciute insieme, la cugina era poco più grande della vittima e con lei condivideva gioie e segreti. In particolar modo un segreto: il suo amore per Ivano Russo, un ragazzo con cui aveva avuto una breve relazione e con cui desiderava tornare insieme. Per questo era molto cercato sia da Sarah (in quanto confidente della cugina) che da Sabrina.
Sarah aveva compiuto 15 anni e il suo aspetto (capelli biondi e fisico slanciato) non era più quello di una bambina. Il suo modo di cercare Ivano e di giocarci insieme indispettiva la cugina maggiore, che secondo i giudizi iniziò a covare una gelosia irrazionale verso Sarah. A incastrarla, comunque, ci pensò il suo stesso padre, e una dichiarazione della madre secondo cui Sabrina sarebbe stata in casa con lei quel pomeriggio, entrambe in attesa dell’arrivo di Sarah (poi misteriosamente scomparsa).
Cosima Serrano: il ruolo della zia di Sarah
Cosima Serrano: la madre di Sabrina ha ottenuto la stessa pena all’ergastolo in terzo grado di giudizio per l’omicidio di Sarah. Lei sarebbe colpevole di aver assecondato la figlia nel suo piano malvagio e irrazionale, rapendo insieme a lei la nipote ed aiutandola a ucciderla.
Ad incastrarla ci pensò la cella del telefonino che, il giorno del delitto, si agganciò dal garage in cui, secondo gli inquirenti, sarebbe scomparsa Sarah. E infatti anche il telefono di Sarah Scazzi raggiunse la stessa cella verso quell’ora. Cosima ha sempre difeso il marito, dichiarandosi estranea ai fatti. La magistratura, però, non la considerò affatto estranea alla sparizione e all’omicidio di Sarah.
Sarah Scazzi: le condanne e la lettera della madre allo zio
Nel febbraio 2017 è arrivata la conferma definitiva della condanna per la famiglia Misseri: madre e figlia sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah, mentre Michele è stato condannato a 8 anni di reclusione per aver nascosto il telefonino di Sarah e per essersi occupato di nascondere il corpo della ragazza.
Dopo la condanna, la madre di Sarah, Concetta Scazzi, scriverà una lettera aperta a Michele Misseri chiedendogli di svelare una volta per tutte la verità su come realmente siano andate le cose: “Non avere più Sarah è non avere più la mia vita che si è fermata a quel maledetto 26 agosto 2010. Quando il sangue del mio sangue me l’ha portata via”, ha scritto la donna nella lettera, resa pubblica dal settimanale DiPiù.
“Anche tu hai le tue colpe: non hai ucciso Sarah, ma hai gettato il suo corpo in un pozzo, a marcire, per coprire il delitto commesso dalle donne della tua famiglia. Eppure nonostante tutto, tu, ai miei occhi, non sei come Sabrina e Cosima: voglio pensare a te in modo diverso”, scriveva la mamma di Sarah.
Fonte Foto: https://www.facebook.com/Sarah-Scazzi-101667799903917/