Nel corso degli anni al Festival di Sanremo non sono mancati anche i tanti momenti trash: ecco quelli rimasti nella storia.
Il Festival di Sanremo è ricordato per le canzoni, per gli artisti e per tanti altri episodi di intrattenimento. Ma, nel corso della storia, non sono mancanti i momenti trash, quelli che hanno lasciato interdetti il pubblico a casa e quello presente al Teatro Ariston. Vediamo allora quali sono momenti più trash della storia di Sanremo.
Sanremo: i momenti più trash
“Dov’è Bugo?“, questa è probabilmente la frase simbolo del Festival di Sanremo 2020, la prima che viene in mente pensando a quell’edizione. Bugo si era presentato insieme a Morgan, i due però non andarono molto d’accordo e Morgan decise di cambiare il testo della canzone per attaccare il collega. “Le brutte intenzioni, la maleducazione”, poco dopo aver sentito quelle parole Bugo lasciò il palco e i due vennero poi eliminati.
“Questo Festival è truccato e lo vince Fausto Leali“. In questo caso bisogna tornare indietro al 1992, appena iniziato il Festival, Cavallo Pazzo salì sul palco mentre Pippo Baudo stava presentando e, prima di essere allontano gridò questa frase diventata iconica. Alla fine Fausto Leali quell’anno arrivò nono, vinse Luca Barbarossa con Portami a ballare.
Sempre Pippo Baudo fu protagonista di un’altra scena trash, stavolta al Festival di Sanremo del 1995. A un certo punto un uomo dalla galleria del Teatro Ariston minacciò di buttarsi giù e suicidarsi. Il presentatore salì e lo convinse a non farlo. Peccato che fosse una scena studiata a tavolino dal finto aspirante suicida, non perché volesse togliersi la vita (non aveva la minima intenzione) ma perché voleva diventare famoso, come lui stesso ha successivamente spiegato.
![John Travolta](https://www.donnaglamour.it/wp-content/uploads/2024/02/IM_John_Travolta.jpg)
Avviciniamoci nel tempo. Tra i momento più trash c’è sicuramente il Ballo del Qua Qua cantato e ballato da Amadeus, Fiorello e John Travolta all’esterno dell’Ariston nell’edizione del 2024. Indimenticabile, purtroppo.
Se parliamo di trash, non si può non citare il Festival di Sanremo 1989, una delle edizioni peggio riuscite della storia. Poco prima dell’inizio della kermesse Renato Pozzetto, che avrebbe dovuto presentarlo, si ritirò. Un piano B non c’era e così la conduzione del Festival fu affidata ai figli d’arte che avrebbero dovuto essere i valletti: Rosita Celentano, Paola Dominguín, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi. Tra errori, gaffe, pubblicità della Barilla infilata ovunque nei dialoghi dei presentatori, canzoni come Il babà è una cosa serie di Marisa Laurito e il monologo di Beppe Grillo, che dopo fu bandito dalla Rai, questa è certamente l’edizione più trash della storia.