Terzo e quarto abito per Chiara Ferragni, entrambi ricchi di significato. Uno è “L’abito contro l’odio”, un abito bianco lungo fino ai piedi con ricamate le frasi che le vengono rivolte dagli haters sul suo aspetto fisico. L’altro, sempre di Schiaparelli, è “La gabbia”, una metafora degli stereotipi nei quali le donne si sentono ingabbiate.
Queste le parole del team di Chiara Ferragni a proposito del primo abito: “Con questo abito peplo portiamo sul palco del teatro Ariston alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma. Portando queste frasi sessiste a Sanremo vogliamo spronare tutte a fregarsene e ricordare alle donne di non farsi abbattere da chi odia perché sono solo i pareri di chi ci ama a contare veramente”.