Ikram Ijaz è accusato di omicidio e sequestro di persona: il cugino di Saman Abbas è stato arrestato in Francia e condotto in carcere a Reggio Emilia
L’attesa è tutta per l’interrogatorio che quest’oggi dovrà affrontare Ikram Ijaz, il cugino di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa ma che secondo gli inquirenti sarebbe stata uccisa. Proseguono infatti le ricerche del corpo della giovane donna che sempre secondo le ricostruzioni avrebbe rifiutato un matrimonio combinato e per questo motivo avrebbe pagato con la vita. Ikram è stato fermato a Nimes, in Francia, mentre tentava di raggiungere la Spagna. La polizia francese lo ha consegnato a quella italiana: ora si trova in carcere a Reggio Emilia e sosterrà nelle prossime ore un interrogatorio in videoconferenza. Il suo avvocato, Luigi Scarcella, lo ha già incontrato ieri per stabilire la strategia difensiva. “È provato, ma sta bene”, sono state le parole del legale all’uscita dal penitenziario. L’uomo è accusato di omicidio e sequestro di persona.
Saman Abbas: il corpo non è stato trovato
Di Saman, come detto, la polizia cerca il corpo, convinta che la giovane di Novellara sia stata sepolta non lontano dalla sua abitazione. Questo perché ci sono delle immagini di una telecamera che ha ripreso, il 29 aprile scorso, tre uomini (lo zio della ragazza, Ikram Ijaz e un altro cugino) con delle pale in mano, probabilmente – questo pensano gli inquirenti – servite a seppellire il corpo della ragazza.
Chi indaga sul caso è convinto si tratti di omicidio premeditato. Saman, infatti, era già andata via di casa, ospitata in una comunità protetta. Rientrata nella sua abitazione, aveva sentito i genitori parlare di uccisione come “unica soluzione”. Per questo motivo aveva subito avvisato il fidanzato, pregandolo di avvertire le forze dell’ordine qualora lei non si fosse fatta sentire nelle ore successive. “Stavano parlando proprio di me”, è il preciso vocale di Saman al suo ragazzo.
Saman, genitori coinvolti
Gli inquirenti devono chiarire anche la posizione dei genitori. Secondo le ricostruzioni, dopo aver inviato un messaggio al fidanzato, Saman avrebbe chiesto i propri documenti prima di lasciare la sua casa. Il gip di Reggio Emilia, Luca Ramponi, nell’ordinanza sui genitori scrive: ”È certo che costoro avessero programmato anche di ucciderla per punirla dell’allontanamento dai precetti dell’Islam e per la ribellione alla volontà familiare nonché per le continue fughe di casa”.