L’attrice Sabrina Paravicini ha denunciato attraverso i social di essere stata insultata per la sua scelta di curare il suo tumore con la chemioterapia.
Sono molte le celebrità ad aver fatto i conti con gli haters su Instagram, e ne sa qualcosa anche Sabrina Paravicini: l’attrice nota per aver vestito i panni di Jessica Bozzi in Un Medico in Famiglia sta lottando contro un cancro e spesso rende partecipi i suoi followers delle sue cure mediche. Oltre alla solidarietà e all’incoraggiamento, ha svelato lei stessa, non le sono mancate le critiche: “A tre giorni dalla diagnosi, una sorta di guru alternativo mi ha insultata per telefono perché non ho accettato di fare solo il ‘suo’ protocollo curativo di 120 giorni, mi gridò: “Si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!”, ha dichiarato.
Sabrina Paravicini: la malattia e la battaglia dell’attrice
Con un post su Instagram Sabrina Paravicini ha raccontato ai fan di come stanno procedendo le sue cure contro il cancro, e ha rivelato anche di come qualcuno l’avrebbe accusata per la sua scelta di sottoporsi alla chemioterapia: “La chemio è offensiva e orribile ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto è avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio. (…) Ma questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina, un mese fa: remissione al 90% del tumore”, ha scritto nel suo post su Instagram.
Il messaggio di Nadia Toffa sulla medicina tradizionale
Anche Nadia Toffa prima di lei aveva messo in guardia i fan, sempre per mezzo Instagram, dai cosiddetti “guru della medicina alternativa” e li aveva esortati ad affidarsi alla medicina tradizionale: “Basta vedere il tumore come un tabù! Gli ospedali sono pieni di persone malate, anche nei reparti dei bambini. Diffidate dai cialtroni e affidatevi alla medicina ufficiale. Il tutto aspettando con paura il prossimo controllo perché non è detto che le cure funzionino. Staremo a vedere”, aveva scritto su Instagram l’inviata delle Iene.