Cos’è la rupofobia, la paura dello sporco

Cos’è la rupofobia, la paura dello sporco

Rupofobia: cos’è, da cosa nasce e come si cura la fobia dello sporco, cresciuta a dismisura nel 2020 a causa della pandemia da Coronavirus.

Hai paura dello sporco? Potresti essere affetto dalla rupofobia! Tranquillo, non è un problema gravissimo e può essere affrontato. Tuttavia, non va sottovalutato. Si tratta infatti di un distirbo psicologico che porta il soggetto che ne soffre a ripetere comportamenti e rituali ossessivi che hanno a che fare con la pulizia si se stessi che dell’ambiente in cui si vive.

Un disturbo accresciuto nel 2020 dall’esplosione della pandemia da Coronavirus, e alimentato anche dall’invito a lavarsi continuamente le mani. Non a caso viene definita anche ‘sindrome di Pilato‘. A rendere preoccupante questo problema è il fatto che un rupofobico, quando non riesce a mettere a freno la sua ossessione, può manifestare insoddisfazione, ansia e altri sintomi gravi come battiti accelerati, nausea e apnea.

Le cause della rupofobia

La fobia in questione non è ovviamente la naturale repulsione per lo sporco, ma una vera paura patologica e irrazionale nei confronti di tutto ciò che non è igienico. Qual è il significato di rupofobia? La parola deriva dal greco rupos, che significa ‘sporco’ e poi da phobos, paura.

Tale disturbo (che non va confuso con la misofobia) è rappresentato dal contatto con oggetti, persone o animali che il rupofobico ritiene ‘non puliti‘. Come per ogni fobia, le cause non sono facilmente rintracciabili. Possono contribuire fattori caratteriali o ambientali, ma può nascere anche da episodi drammatici della propria vita, ricordi dolorosi, aspettative spesso elevate dei genitori o altre situazioni che alimentano l’insicurezza e l’insoddisfazione.

Tra i sintomi che possono ricondurre alla rupofobia ci sono un senso di disagio e repulsione nei confronti dell’idea o dell’esposizione allo sporco. Nei casi più gravi, il terrore della mancata pulizia può trasformarsi in angoscia, con conseguenti crisi d’ansia, attacchi di panico, sudorazione fredda, tachicardia, nausea, senso di soffocamento, diarrea e altri sintomi di questo tipo.

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Come possiamo riconoscere la rupofobia? Nelle forme più lievi il soggetto rupofobico è molto attento alle norme di pulizia e ha una discreta ossessione per l’ordine. In casi di questo si manifesta attraverso sintomi lievi come fastidio, disagio e malumore. Quando la situazione è grave invece possiamo assistere a comportamenti ossessivi. Come conseguenza della rupofobia chi ne soffre può avere problemi anche sulla vita quotidiana e lavorativa, in quanto la pulizia richeiderà una parte considerevole del tempo libero e limiterà anche i contatti con gli estranei.

Rupofobia: cura o rimedi

Esistono cure o rimedi per la fobia dello sporco? Fortunatamente sì. Il trattamento di questa problematica prevede un percorso che mira alla gestione degli stimoli ansiogeni. Il percorso viene delineato a seconda della gravità del quadro clinico, dopo l’attenta analisi di uno specialista.

Uno dei trattamenti più efficaci per superare questa paura è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, un intervento che si pone l’obiettivo di indurre il paziente a rendere razionale la propria paura e a concentrarsi sulla reazione a pensieri carichi d’ansia. In combianzione con il sostegno psicologico, lo psichiatra può prescrivere per brevi periodi una terapia farmacologica, basata solitamente su benzodiazepine, beta-bloccanti, antidepressivi. Ma il ricorso a farmaci non può risolvere il problema definitivamente.

Di seguito un post su questo disturbo: