I robot ci stanno rubando il lavoro? La scoperta sorprendente

I robot ci stanno rubando il lavoro? La scoperta sorprendente

I robot ci sostituiranno rubandoci il lavoro? Uno studio dell’Unione Europea sostiene il contrario.

I robot ci toglieranno il lavoro? Moltissime persone nel corso degli ultimi anni continuano a pensarlo a tal punto che ormai questo fatto sembra essere entrato nel pensiero comune, come qualcosa di già acquisito e certo.

A smontare queste certezze ci ha pensato l’Unione Europea che ha condotto uno studio e sfatato uno dei falsi miti che più terrorizzano l’uomo di oggi. Ecco che cos’ha rivelato il report Do robots really destroy jobs: ciò che è emerso lascia parecchie speranze a tutti i lavoratori e a chi, invece, è alla ricerca di un’occupazione.

I robot ci ruberanno il lavoro? L’Ue sostiene di no

“I robot ci ruberanno il lavoro, ma va bene così”. Quante volte avete pronunciato questa frase con un tono sconsolato? Ecco, tranquillizzatevi, perché la realtà dei fatti è ben diversa.

Secondo quanto è emerso da questa ricerca dell’Ue, infatti, negli 20 anni che intercorrono dal 1995 al 2015, infatti, ogni macchinario tecnologico inserito in più in ogni fabbrica ha generato ben cinque nuovi posti di lavoro, facendo aumentare l’occupazione dell’1,31%.

braccio robotico

In altre parole, maggiore è il livello di innovazione, di un’azienda e più alto è il tasso di occupazione, ma non solo: in questo modo si avrà l’impresa in questione acquisirà un notevole vantaggio rispetto ai diretti competitor nazionali ed internazionali.

Il motivo di questo fatto è presto detto: ci sono ancora dei lavori che i robot non possono fare, ossia tutti quelli che prevedono una scelta che vada oltre la razionalità.

Insomma, tutte le scelte “di cuore”, quelle legate alle emozioni, le macchine non sono ancora state in grado di svilupparle al pari degli esseri umani. Il settore della robotica, che vede due italiane tra le più influenti al mondo, ha tuttavia fatto passi da gigante nell’ultimo decennio.

Il binomio robot e lavoro, quindi, non è così esclusivo come potrebbe apparire nel pensiero comune: le nuove tecnologie daranno una grossa mano per velocizzare i processi, ma allo stesso tempo nessuno potrà mai sostituire, almeno secondo l’Ue, l’occhio umano.