Cambiano i parametri del governo per decidere le regioni in zona gialla. Adesso hanno maggiore importanza i posti letto: quali sono le regioni più a rischio.
Sono cambiati i parametri per il passaggio delle regioni in zona gialla. Il governo ha scelto in questo periodo estivo di allargare le maglie per poter permettere all’Italia intera di poter rimanere in zona bianca. Con il nuovo decreto Covid a fare la differenza nel cambio di colore sono soprattutto le disponibilità di posti letto negli ospedali. Un cambiamento che ha permesso a tutte le regioni di rimanere bianche, finora. Tuttavia i contagi continuano ad aumentare, la variante Delta sta per diventare prevalente e giorno dopo giorno sono diverse le regioni che si avvicinano al ritorno in zona gialla. Ma quali sono quelle maggiormente a rischio?
Regioni a rischio zona gialla: contano i posti letto
A ‘salvare’ tutta l’Italia fino a questo momento dal ritorno in zona gialla è stato il decisivo cambio di parametri da parte del governo. Se fossimo rimasti con l’indice Rt come principale indicatore, già da qualche giorno diverse regioni italiane sarebbero tornate a vivere con delle limitazioni importanti. Ma la situazione è cambiata grazie anche alle tante trattative politiche che hanno portato a questa svolta.
Il compromesso ha portato a una soluzione molto chiara: si passa in zona gialla se i posti in terapia intensiva occupati in rianimazione superano il 10% e i posti letto in area medica il 15%; in arancione si arriva rispettivamente con il 20% e il 30%; per passare invece in zona rossa bisogna superare le soglie del 30% e del 40%.
Quali regioni rischiano il ritorno in zona gialla
Per poter conoscere il destino delle regioni bisognerà aspettare il monitoraggio dell’Iss del prossimo venerdì, ma stando ai dati dell’ultimo monitoraggio è già possibile individuare quali regioni potrebbero essere maggiormente a rischio. In particolare preoccupa la situaizone della Toscana, che registra il più alto tasso di occupazione, al 3,4%. Da monitorare anche Sicilia (3,3%) e Lazio (3%).
Differente il discorso per quanto riguarda i posti occupati in area medica. La regione con la maggiore pressione in tal senso è la Calabria, al 5,7%, seguita da Sicilia, Campania e Basilicata. La distanza dalle soglie minime è ancora abbbastanza ampia, ma la tendenza purtroppo sta portando giorno dopo giorno ad aumentare le ospedalizzazioni. Il rischio dunque è che nel giro di poche settimane alcune di queste regione possano realmente tornare nella seconda fascia, con tutte le limitazioni del caso.