In Israele è in arrivo la quarta dose del vaccino contro il Covid: tutte le informazioni sul booster che divide gli esperti.
Mentre in Italia prosegue la campagna di sensibilizzazione per chi ancora non si è sottoposto alla prima dose del vaccino, in Israele la quarta dose contro il Covid sta già per diventare una realtà. Lo ha annunciato il primo ministro Naftali Bennett, spiegando anche la motivazione di questo nuovo booster: cercare di proteggere la popolazione fragile dall’espansione della variante Omicron. Una soluzione che anche la Germania starebbe considerando in queste ore. Ma come funziona questo nuovo richiamo? Ecco tutte le informazioni finora diffuse anche dagli esperti, che si dividono sulla necessità di un ulteriore dose di vaccino.
Cosa sapere sulla quarta dose del vaccino
La quarta dose del vaccino sarà rivolta per il momento solo agli over 60, agli operatori sanitari e alle persone immunodepresse, come annunciato dal governo israeliano. L’obiettivo è quello di frenare l’espansione della variante Omicron, meno violenta rispetto ad altre ma più contagiosa.
Il secondo richiamo del vaccino sarà offerto alle persone che rientrano nelle categorie da proteggere dopo almeno quattro mesi dalla terza dose. Non ci sono al momento nuove indicazioni, ma alcuni numeri preoccupano il ministero della sanità israeliano, come quelli del resto del mondo. Sembra infatti che ci sia un calo nell’efficacia del vaccino Pfizer anche dopo tre dosi. Lo ha confermato al quotidiano Le Monde Ugur Sahin, direttore dell’azienda BioNTech: “Ci sarà una perdita di efficacia contro Omicron nel tempo, è molto probabile. Ma è ancora da misurare quanto velocemente. Non baserò le previsioni su dati preliminari di laboratorio ma su dati reali. Siamo lontani dell’efficacia del 95% che avevamo raggiunto contro il virus iniziale, questo è ovvio“. Parole che sono sottoscritte anche da alcuni esperti, piuttosto scettici sulla necessità della quarta dose.
Quarta dose del vaccino: la perplessità degli esperti
La notizia della quarta dose in Israele “è preoccupante“. Lo ha dichiarato all’AdnKronos il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova. Una notizia non buona, anche perché lui stesso ha visto colleghi ammalarsi poche settimane dopo aver fatto la terza dose. E non è stata la variante Omicron a cambiare le carte in tavola, bensì ancora la Delta.
C’è però chi non ha accolto con particolare preoccupazione qunato sta accadendo in Germania. Ad esempio l’infettivologo Massimiliano Galli dell’ospedale Sacco di Milano: “I dati ci dicono che il vaccino è l’ombrello: se vediamo i morti di quest’anno e li paragoniamo con quelli del 2020, vediamo quanto sia efficace. Soprattutto negli over 70 e over 80 è normale che la protezione vada a calare con il tempo, non c’è nulla di strano nel richiamo“. La prospettiva è dunque quella di una dose di richiamo all’anno, come già prospettato da mesi da molti esperti.
Diverso invece il parere del governo, almeno per il momento. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, infatti, non vuole ancora sentire parlare di quarta dose in Italia, e sottolinea come si tratti di una situazione ipotetica. La priorità resta infatti ancora la terza dose: “Non mi spingerei troppo avanti con le valutazioni (…) la strada è sempre la stessa: continuare con le vaccinazioni“.