Il raschiamento è una procedura medica molto delicata per una donna. Scopriamo quanto tempo dura e in cosa consiste
Il raschiamento, o revisione uterina, è un’operazione molto delicata per una donna che quasi sempre non evoca una sensazione piacevole, trattandosi di una pratica medica successiva ad un aborto che può essere spontaneo o volontario.
Data la delicatezza dell’argomento, è bene essere informate al meglio sia sui tempi che sulle modalità di svolgimento dell’operazione, in modo da affrontarla nella maniera più serena possibile.
Il raschiamento consiste nello svuotamento e revisione della cavità uterina tramite l’asportazione del prodotto del concepimento.
Durante l’operazione il collo dell’utero viene dilatato per permettere il passaggio dei ferri chirurgici tramite i quali effettuare il raschiamento delle pareti uterine.
L’intervento viene effettuato in Day Hospital e la donna può ritornare a casa in giornata.
L’operazione si effettua in regime di sedazione farmacologica profonda simile ad un’anestesia generale ma senza intubazione, e ha una durata di 10/15 minuti.
A seconda dello stato di avanzamento della gravidanza, le modalità di svolgimento dell’operazione possono variare.
Se il periodo gestazionale non è molto avanzato, il materiale ovulare è rimosso con una cannula aspiratrice.
Se la gravidanza ha superato la nona/decima settimana, invece, si somministrano prostaglandine vaginali, che, dilatando il canale cervicale e stimolando le contrazioni uterine, portano ad un’espulsione spontanea dell’embrione. Solo se ciò non avviene, si ricorre all’asportazione chirurgica.
Infine, se la gestazione è alle sue fasi iniziali, si aspettano alcuni giorni prima di intervenire, perché potrebbe esservi un’espulsione spontanea.
Non ci sono controindicazioni all’intervento: solo in caso di malattie preesistenti come insufficienza cardiaca o obesità possono sussistere dei rischi.
Nei casi più delicati per evitare l’insorgere di complicazioni nel corso dell’operazione, l’anestesia totale è sostituita dall’anestesia spinale, tramite la quale si addormenta solo il collo dell’utero, senza incidere sullo stato di coscienza del paziente.
Durante l’operazione l’endometrio non è soggeto a nessuna lesione, questo fa sì che non venga pregiudicata la fertilità della paziente, rendendo possibili gravidanze future.
Nei giorni successivi al raschiamento, è frequente riscontrare nelle pazienti perdite ematiche, che si esauriscono in 7-10 giorni.
Nonostante non vi siano alte possibilità di complicazioni nel post-operatorio, è bene seguire alcuni accorgimenti:
- evitare di avere rapporti prima che siano trascorso il tempo minimo di 10 giorni dall’operazione;
- evitare di fare il bagno e preferire la doccia per almeno 2 settimane;
- utilizzare detergenti intimi disinfettanti specifici.
Se nei giorni successivi all’operazione dovessero presentarsi perdite abbondanti e maleodoranti e brucione è assolutamente necessario rivolgersi al proprio ginecologo per un consulto.