Quanto fa male il piercing alla lingua

Quanto fa male il piercing alla lingua

La soglia di dolore e la paura che fa da padrona

Quanto fa male il piercing alla lingua? La domanda è cruciale, ma ha una risposta molto soggettiva.

Come si fa a misurare il dolore?

Innanzitutto bisogna sapere che si definisce dolore la sensazione provata nel momento in cui uno stimolo fastidioso viene percepito come dannoso per il corpo.
Quel momento varia sensibilmente da individuo a individuo e, per questo motivo, non è possibile quantificare oggettivamente quanto l’esecuzione di un piercing sia dolorosa in assoluto.
E’ possibile invece stilare una sorta di classifica a posteriori basata sulle razioni di coloro che decidono di praticare un piercing. Tra i piercing più dolorosi in assoluto si pongono (come era facilmente prevedibile) quelli eseguiti ai capezzoli e ai genitali, tra i meno dolorosi quelli praticati all’orecchio e alla lingua.

Quanto fa male il piercing alla lingua?

Essere preparati a sentire dolore è certamente il modo migliore per riuscire a controllarlo.
Una scelta molto intelligente consiste nel chiedere al piercer di illustrare nel dettaglio tutto il procedimento che andrà a compiere, in maniera da essere perfettamente consapevoli di quello che sta succedendo alla propria lingua.
In genere il dolore dura pochi istanti, al momento della penetrazione dell’ago ma, a quanto riportano moltissime persone, quando l’ago attraversa lo spessore della lingua non si avverte quasi niente.
I fastidi maggiori si potranno presentare non durante l’esecuzione materiale del piercing ma nei giorni appena successivi. L’ispessimento della lingua e la difficoltà a parlare e mangiare sono conseguenze normalissime della foratura della lingua e, se trattate adeguatamente, spariscono nel giro di pochi giorni.
Per evitare infezioni, nei primissimi giorni della cicatrizzazione non si devono mangiare cibi bollenti o solidi, occorre evitare di bere alcool e caffè e assolutamente non si deve fumare. Per disinfettare la bocca si potranno effettuare sciacqui con colluttorio privo di alcool (per evitare che bruci) e che abbia proprietà cicatrizzanti.