Proteggere i capelli con la tinta senza ammoniaca è oramai un must, gravidanza o no. Vediamo le caratteristiche e quanto dura questa colorazione.
Come sapete, dopo numerose colorazioni, la capigliatura tende a seccarsi ed incresparsi. Inutile usare olii essenziali e argan, perché i capelli sono oramai sfibrati e privi di idratazione. Qual è la causa? Oltre a piastre e phon tanto demonizzati, è l’ammoniaca contenuta nelle tinture per capelli.
Se usate tinture temporanee e semipermanenti, questo problema è molto meno evidente, perché questi tipi di tinte contengono una quantità minore di sostanze chimiche.
Il fatto è che se si utilizzano tinture permanenti, l’ammoniaca apre le squame del capello per far sì che la colorazione, sotto forma di pigmenti, penetri meglio nella struttura e venga fissata adeguatamente quando le squame di richiudono. Risultato eccelso di colore, certo, ma il processo di apertura delle squame rende il capello crespo e sfibrato.
Da qui l’uso di tinte senza ammoniaca, sostituita da olii e dai burri vegetali in grado di potenziare l’effetto e la durata della colorazione senza però aprire le squame del capello. Sicuramente meno efficaci rispetto a quelle con ammoniaca, ad esempio per coprire i capelli bianchi, non è tuttavia un grande cruccio, perché basta ripetere la tinta più spesso, ovvero circa ogni 5-6 settimane.
Anche la tintura vegetale ha preso piede: parliamo dell’henné, una polvere ricavata da foglie essiccate di Lawsonia Inermis, in grado di coprire efficacemente i capelli bianchi senza stressarne la struttura. E come per magia rinforza il capello!