Portare un bambino in piscina è importante per la sua crescita emotiva, motoria, sensoriale, relazionale. Quando iniziare?
Il bambino sta nella pancia della mamma per nove mesi e vive per tutto questo tempo in una calda e dolce piscina cullato dal movimento della mamma e accompagnato dal dolce suono del suo cuore.
Per i primi mesi il bambino, inoltre, ricorda (a suo modo) il suo ambiente natale, la piscina che si trovava nella pancia della mamma ed è per questo che portare un bambino in piscina anche molto piccolo non solo è possibile, ma è anche molto consigliato da pediatri e medici perché si tratta di far compiere al piccolo una regressione tranquillizzante per lui utilissima, nonché bellissima.
Quando portare un bambino in piscina per la prima volta? La risposta più ovvia e naturale sarebbe da subito, anche pochi giorni dopo la nascita, ma solitamente si attende qualche mese (più per timori dei genitori che per controindicazioni effettive) e li si approccia ai corsi di acquaticità dal terzo-quarto mese.
La piscina per i neonati o per i bambini molto piccoli offre quelli che molti conoscono come “corsi di acquaticità” definiti anche “idrochinesiologia – movimento in acqua”. Si tratta, sostanzialmente, di trascorrere all’incirca un’ora della giornata nelle calde acque delle vasche piccole di un centro piscine insieme ai propri bambini e ad altri genitori e piccoli, guidati in ciò che si fa da un’istruttrice che da suggerimenti, indicazioni su come tenere i piccoli e cullarli in acqua, sul tipo di sensazioni che il corso può suscitare nei piccoli e su come procedere con gli avanzamenti dell’approccio con l’acqua del piccolo e – allo stesso tempo – del rapporto tra genitore e bambino in acqua.
I corsi di acquaticità in cui mamma (o papà) e bambino sono coinvolti rappresentano un momento importante non solo per il piccolo, ma anche per il rapporto col genitore, un rapporto, un’esperienza di grande intimità, di vicinanza non solo fisica ma anche istintiva che coinvolge tutti i sensi.
Portare un bambino in piscina significa anche consentirgli di sviluppare tutta una serie di capacità motorie che coinvolgono equilibrio (mediante l’uso di tappeti galleggianti) e movimento vero e proprio.