Qualità della vita 2022: al primo posto Bologna, peggiorano Milano e Roma

Qualità della vita 2022: al primo posto Bologna, peggiorano Milano e Roma

Qualità della vita 2022, la classifica delle città italiane stilata dal Sole 24 ore: al primo posto Bologna, cade Roma, in fondo alla classifica le città meridionali.

Come ogni anno, il Sole 24 Ore ha reso nota la classifica della Qualità della vita. Arrivata alla trentatreesima edizione, questa graduatoria prova a fotografare, in modo oggettivo, il livello di benessere di tutte le province italiane, basandosi su ben 90 indicatori differenti. Sulla classifica di quest’anno sono evidenti gli impatti economici dell’emergenza Covid e i primi segnali di recessione economica, ben visibili soprattutto nel Mezzogiorno, sempre più relegato in una situazione di subalternità.

Bologna è la città con la miglior Qualità della vita nel 2022

Stando a quanto emerge, la città in cui si vive meglio in Italia è Bologna. La città felsinea torna in testa alla classifica e conquista la quinta “medaglia d’oro”, confermandosi come una delle migliori città del nostro Paese sotto ogni punto di vista. Secondo posto per Bolzano, che da anni si posiziona ai primi posti e che è in assoluto la provincia più continua (cinque primi posti, nove secondi posti e tre terzi posti). Chiude il podio Firenze, che torna tra le prime tre città della classifica a distanza di diciannovve anni dall’ultima volta.

panoramica Firenze duomo

Tra l’altro, proprio Emilia-Romagna e Toscana si confermano come le Regioni con più province nei primi posti della classifica. Troviamo infatti nei piani alti anche Parma e Reggio Emilia, mentre per le toscane salgono, e di molto, Siena (fino al quarto posto) e Pisa (decima), premiate soprattutto dagli indicatori relativi a Cultura e tempo libero, oltre che per Ambiente e servizi. Molto bene anche il Trentino Alto Adige, che piazza al quinto posto anche Trento.

Roma, Milano e le difficoltà delle metropoli

A livello regionale, va bene anche la Lombardia, che cresce con Cremona (undicesima), Bergamo (quattordicesima), Sondrio (quindicesima) e Lodi (quarantanovesima), pur perdendo posizioni con Como, Mantova e Monza e Brianza (miglior città per l’indice legato alla qualità della vita delle donne).

Ad aggravare la situazione lombarda è però Milano che, dopo l’ottimo secondo posto dello scorso anno, resta in top ten grazie alla spinta dell’indicatore Affari e lavoro, ma scivola all’ottavo posto per la perdita di “Ricchezza e consumi”. A pesare sulla città meneghina, in particolare, anche l’incidenza ormai altissima dei canoni di locazione sul reddito medio. Una situazione analoga si riscontra nella Capitale, Roma, che perde diciotto posizioni e chiude al 31esimo posto, con un incredibile record negativo nell’indice di litigiosità.

Ma anche altre grandi città italiane faticano a tenere il passo. Se Torino perde dodici posizioni e scende al 40esimo posto, Palermo non va oltre l’88esimo, complice l’alta quota di beneficiari del reddito di cittadinanza e la modestia dei depositi bancari, mentre Napoli perde altre otto posizioni e si attesta al 98esimo posto, a causa dell’elevata densità abitativa e del record negativo di rapine su strada.

La questione meridionale

Emerge ancora, con prepotenza, un’evidente questione meridionale, un problema storico del nostro Paese e che, complice la recessione economica e la crisi pandemia, sembra destinato purtroppo ad acuirsi negli anni a venire. Se in buona parte del Mezzogiorno urgono investimenti nel digitale, nelle rinnovabili e nella sanità, oltre che nell’istruzione, il distacco rispetto al resto del Paese sta continuando ad aumentare anno dopo anno.

Ad oggi, tutte le posizioni dall’81esima alla 107esima sono occupate da province meridionali. Maglia nera per la Calabria, le cui città sono tutte dalla 95esima posizione in giù (ultima Crotone), ma il problema è comune e coinvolge sia le grandi città, come Palermo, Catania (91esima), Napoli e Taranto (101esima), ma anche centri più piccoli (da Benevento a Vibo Valentia).

Basti pensare che le prime città non meridionali che troviamo in classifica, partendo dal basso, sono Latina e Frosinone (80esima e 79esima), città storicamente e geograficamente più vicine al Mezzogiorno che al Settentrione, mentre dobbiamo salire fino al 77esimo per trovare la prima provincia del Nord, Rovigo, che ha perso sedici posizioni. Unica eccezione per il Sud è Bari, al 66esimo posto, oppure, considerando anche la Sardegna come Meridione, Cagliari, che si piazza addirittura al 18esimo posto.