Tra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo cambia la stimolazione, ma in entrambi si verificano contrazioni ritmiche del muscolo pubococcigeo.
Per molti anni non si è data grande importanza, anche da un punto di vista di studio, al desiderio femminile in quanto era ritenuto di poco conto in quanto l’unica cosa che importava veramente era la capacità della donna di procreare. Per anni il piacere della donna era considerato unicamente il parto.
Tuttavia questo non corrisponde esclusivamente al vero: anche le donne durante il rapporto sessuale provano piacere e il raggiungimento del massimo stato di piacere sessuale è l’orgasmo, definito scientificamente come “la combinazione di un’esperienza soggettiva e modificazioni fisiologiche che avvengono all’interno della vagina o nella zona pelvica”.
Dal punto di vista fisiologico si traduce in contrazioni ritmiche e involontarie del muscolo pubococcigeo circondante la vagina.
Il raggiungimento del culmine del piacere può avvenire mediante la stimolazione dei genitali (soprattutto il clitoride) o un’altra parte del corpo, ma anche in assenza di stimolazioni fisiche, quindi attraverso semplici fantasie.
Si evidenziano, tuttavia, due tipi di orgasmo: orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo. In entrambi le contrazioni sono uguali, ma se nell’orgasmo vaginale queste contrazioni si verificano nel momento della penetrazione dell’organo maschile sul quale le contrazioni fanno presa, mentre nell’orgasmo clitorideo le contrazioni si verificano a vuoto.