Il caso dell’omicidio a Modena e l’intervista all’assassino: Myrta Merlino difende la sua scelta dopo le polemiche su Pomeriggio 5.

Sta facendo molto discutere il caso dell’intervista andata in onda in diretta tv su Pomeriggio 5 a Lorenzo Carbone, l’uomo che ha confessato di aver ucciso la madre strangolandola a Modena. Il tutto è capitato quasi per caso con le domande dell’inviato del programma di Canale 5, Fabio Giuffrida. A seguito di diverse polemiche, Myrta Merlino ha voluto difendere l’operato della trasmissione.

Myrta Merlino risponde alle critiche su Pomeriggio 5

Myrta Merlino
Myrta Merlino

Il caso legato a Pomeriggio 5 e all’intervista a Lorenzo Carbone, assassino di sua madre in provincia di Modena, ha generato forte caos e discussione. La Merlino, parlando a Il Messaggero, ha difeso l’operato del programma e del suo inviato: “L’azienda mi ha dato ragione. Deontologicamente la notizia vince sempre. E noi l’abbiamo data, con sobrietà e rigore”, ha detto.

E su come si sia sviluppato il tutto in pochi istanti: “Giuffrida (l’inviato di Pomeriggio 5 ndr) era appostato sotto la casa. A un certo punto vede un tipo strano, che si avvicina al citofono. Sembrava confuso, si guardava intorno. Giuffrida d’istinto è andato da lui e gli ha chiesto se fosse proprio il figlio della donna uccisa”. E ancora: “Poi è successo tutto sotto ai suoi occhi, la confessione, il pianto. Giuffrida ha avuto la prontezza di chiamare i carabinieri. Se non li avesse chiamati non avremmo mai mandato in onda il servizio”.

La risposta alle polemiche

La Merlino ha voluto rispondere alle tante critiche ricevute sul comportamento di Pomeriggio 5 in merito alla vicenda: “Le polemiche sui social sono cosi, come ti muovi ti lanciano le pietre”, ha detto sempre a Il Messaggero. “È un caso molto visibile e un filmato scioccante: me le aspettavo e le ho messe in conto, quando ho fatto la scelta di mandarlo in onda. Ho parlato con i Carabinieri e la prima immagine che abbiamo trasmesso è stata quella dell’arresto. Non abbiamo rincorso l’assassino né intralciato le indagini. La storia è chiusa e la raccontiamo perché ne siamo stati testimoni oculari”.

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