Platinette rompe il silenzio e racconta la paura dopo l’ictus: “Ero paralizzato”

Platinette rompe il silenzio e racconta la paura dopo l’ictus: “Ero paralizzato”

Platinette si è messo a nudo e ha raccontato i momenti di paura e di difficoltà dopo l’ictus che l’ha colpito nelle scorse settimane.

Lo scorso 14 marzo Mauro Coruzzi, in arte Platinette, è stato colpito da un ictus ischemico. Dopo diverse settimane di riabilitazione, si è aperto e ha raccontato quei momenti di paura e di panico a La Gazzetta di Parma.

Platinette, la paura dopo l’ictus

Intervistato da La Gazzetta di Parma, Mauro Coruzzi ha descritto così gli attimi in cui accusava l’ictus ischemico: Mi sono sentito bloccato in un fermo immagine, paralizzato dall’incapacità e dalla sorpresa di non riuscire ad avere reazione alcuna”. Fortunatamente non si trovava da solo ma era in compagnia del suo fisioterapista, Andrea. Il medico ha prontamente chiamato i soccorsi dopo essersi accorto di ciò che stava succedendo.

Le prime notti in ospedale non sono state facili per Coruzzi, che ora, spiega, ha una nuova consapevolezza: Dormire sarà un lusso o uno stato che mi resterà estraneo, non voglio perdermi nemmeno un istante del vivere”. Ora il conduttore sta affrontando un periodo di riabilitazione, ma non per questo si arrende, Anzi, si rende conto che qualcosa sta cambiando e cita il grande De Andrè: “Dal diamante non nasce niente, dal letame nascono i fior’. Solo quando ti senti in mezzo ad un mare di guai, è la tua spinta che diventa una marcia in più a farti risalire in superficie, la sola che farà la differenza”.

Coruzzi sta continuamente aggiornando i suoi fan sulle sue condizioni di salute tramite la sua pagina Instagram, dove pubblica foto dall’ospedale raccontando i suoi pensieri. Nelle scorse ore ha pubblicato una foto che lo ritrae seduto sul letto d’ospedale con una faccia sorridente. Infine, un ultimo consiglio a tutte le persone: Non permettete che vi sia strappata via la speranza, per voi, per chi vi sta vicino, per un dopo che può solo migliorare”.