Siamo ormai sommersi dalla plastica: ma è un pericolo per la fertilità? Ecco cosa dicono gli studi.
Il problema della plastica sta diventando sempre più impellente, risulta essere una delle maggiori cause dell’inquinamento climatico e incide sulla salute in diversi modi: da diversi studi inoltre sembrerebbe che la plastica sia un pericolo per la fertilità.
La sensibilizzazione che si sta attuando negli ultimi anni sulla lotta alla plastica e la ricerca del plastic free ha molte motivazioni: la ragione è soprattutto ambientale. Contare il numero delle notizie che settimanalmente raccontano l’allarme degli oceani, sommersi da plastiche e micro plastiche che stanno minando la sopravvivenza stessa di molte specie marine, è quasi impossibile. Da qualche anno tuttavia si sta facendo largo un altro problema: la plastica sarebbe una minaccia per la fertilità.
Perché la plastica minaccia la fertilità?
I problemi sostanzialmente sono due: si chiamano Ftalati e Bisfenolo A. Sono delle sostanze con le quali ci imbattiamo quotidianamente senza saperlo e che risultano essere interferenti endocrini e diventano un vero danno per l’apparato riproduttivo sia degli uomini che delle donne.
Cos’è un interferente endocrino?
Un interferente endocrino, o perturbatore, è una sostanza che altera irrimediabilmente la funzionalità ormonale dell’apparato endocrino e quindi è estremamente pericolosa per l’organismo. Le conseguenze, se soggetti per lungo tempo a queste sostanze, sono svariate come creare difetti genetici dei nascituri e anche alterare la capacità riproduttiva. Gli interferenti endocrini causano tuttavia anche l’insorgere di tumori, come favorire l’obesità e il diabete.
Il Bisferolo A dove si trova?
L’interferente endocrino Bisferolo A è un elemento molto presente nelle materie plastiche, viene utilizzato per la produzione di plastica in policarbonato e utilizzato soprattuto nei contenitori in plastica per alimenti, e nelle resine che rivestono la maggior parte delle lattine per cibi e bevande.
La sua responsabilità nel campo di salute e fertilità sono accertate, nonostante alcuni studi a riguardo siano ancora in atto. Nel 2014 la sostanza è stata considerata in grado di danneggiare la funzione riproduttiva dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (European Chemicals Agency, ECHA) e, nel 2017 il Bisferolo A è incluso ufficialmente tra le sostanze che agiscono come interferente endocrino.
Dove si trovano gli Ftalati?
Gli Ftalati sono delle sostanze chimiche che derivano dal petrolio, sono utilizzati nelle produzioni plastiche per la loro capacità di rendere i prodotti più elastici, flessibili e morbidi. Per le sue caratteristiche gli Ftalati rientrano tra i plastificanti più diffusi, per questo si ritrovano in moltissimi prodotti: dai bicchieri di plastica, piatti, contenitori, la pellicola per confezionale gli alimenti, borse, cavi, ma anche nei giocattoli per bambini.
Nel 2003 si riscontra una correlazione tra Ftalati e disturbi nello sviluppo di genitali sia maschili che femminili. Vengono poi inclusi ufficialmente nelle sostanze maschiate come interferenti endocrini.
Plastica: come ridurre i rischi di infertilità
Nonostante l’utilizzo della plastica faccia ancora parte della nostra quotidianità, e così sarà probabilmente anche nel prossimo futuro, ci sono alcune accortezze per evitare un’esposizione eccessiva a queste due sostanze che minacciano alla fertilità.
• Evitare di utilizzare contenitori in plastica in cucina, anche quando compriamo alimenti imballati è consigliato eliminare l’involucro in plastica e usare recipienti di vetro.
• Non stimolare contenitori e oggetti in plastica a un eccessivo sbalzo termico, Bisfenolo A e Ftalati sono molto sensibili alle temperature elevate e potrebbero trasportasi su cibi e bevande. Ad esempio è meglio non lavare gli utensili della cucina con l’acqua troppo calda o con saponi aggressivi.
• Non utilizzate più e più volte la stessa bottiglietta di plastica o contenitore per bere, potrebbe aver rilasciato particelle nocive.
• Diminuire l’utilizzo di carta termica come scontrini e di plastica morbida come quella che compone le tovagliette da colazione, tappetini andare in palestra, l’utilizzo di guanti uga e getta etc.
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