Perché non si mette il cappello sul letto?

Perché non si mette il cappello sul letto?

Secondo una comune superstizione, appoggiare un cappello sul letto porta sfortuna. Scopriamo l’origine di questa credenza popolare.

In molti credono che mettere un cappello sul letto porti sfortuna. Questa superstizione è comune in molte culture ed è ancora rispettata da molte persone oggi. Ma qual è il motivo dietro questa credenza? Scopriamolo insieme.

  • Origini: in passato i medici e i preti, quando venivano chiamati perché qualcuno era malato gravemente o in punto di morte, per la fretta appoggiavano il loro cappello ai piedi del letto.

Appoggiare cappello sul letto: perché porta sfortuna?

cappello di paglia

Per comprendere le radici di questa credenza popolare, è necessario considerare un presupposto fondamentale. Esso riguarda la consuetudine comune di togliersi il cappello quando si visita qualcuno e si entra in una casa.

Spesso, all’ingresso, si trova un appendiabiti o una superficie adatta per appoggiare comodamente oggetti e indumenti.

Da questa usanza nasce la superstizione secondo cui lasciare il cappello appoggiato sul letto porta sfortuna e sventura a chi abita nella casa.

L’origine della superstizione

In passato, quando si entrava di corsa in una casa a causa di malattia o di una situazione critica di uno dei residenti, i preti e i medici, avevano l’abitudine di porre il cappello direttamente sul letto del malato o del moribondo.

Questa pratica veniva adottata al fine di fornire immediata assistenza e di amministrare i sacramenti necessari, come l’estrema unzione.

In queste situazioni, infatti, preti e medici non avevano il tempo di riporre in altri luoghi il loro cappello e dunque arrivavano direttamente nella stanza del malato indossandolo ancora. Prima di mettersi all’opera, però, poggiavano il copricapo dove capitava e appunto in genere veniva lasciato in fondo al letto.

Proprio per questo motivo, il cappello appoggiato sul letto veniva considerato un segno di sventura, poiché suggeriva la presenza di un malato in casa o la prossimità della morte.