“49 milioni, Berlusconi, Trota…”: le parole vietate da Salvini

“49 milioni, Berlusconi, Trota…”: le parole vietate da Salvini

Dei commenti vengono automaticamente cancellati dal profilo Facebook di Matteo Salvini, ma solo quelli contenenti alcune parole particolari…

49 milioni, Siri, Trota, Legnano, Berlusconi: no, non è un rebus. Sono le parole che non possono essere scritte sull’account Facebook di Matteo Salvini: a dimostrarlo, a giugno 2019, ci ha pensato l’esperto di tecnologia Massimo Mantellini, che in un suo post su Twitter ha dichiarato di aver provato personalmente a inserire tutte le parole “vietate” tra i commenti alla pagina ufficiale del vicepremier, salvo scoprire poi che verrebbero automaticamente inseriti in una blacklist.

Tutavia, vista la polemica scaturita, sembra che questa funzione sia stata disabilitata

Le parole vietate sull’account di Matteo Salvini

Non c’è trucco e non c’è inganno: sull’account di Salvini non era possibile commentare utilizzando le parole che evidentemente il team del ministro dell’interno ha scelto per far sì che i suoi haters non le usassero più sulla sua pagina ufficiale.

Tra queste vi sarebbero: “49 milioni” frase diventata tormentone da parte dei detrattori (e che sarebbe l’ammontare del denaro che la Lega dovrebbe rimborsare allo Stato dopo una presunta truffa sui rimborsi elettorali), Armando Siri, e cioè il sottosegretario leghista indagato per corruzione, e persino Trota (il nomignolo con cui è spesso stato chiamato il figlio di Umberto Bossi in rete). Oltre a queste sembra che vi sarebbero anche: Berlusconi, Casa Pound, Legnano, Belsito e Diamanti.

Insomma sembra che per il vicepremier leghista non vi sia pace su Facebook, e che il suo entourage abbia provato di tutto per arginare le prese di mira da parte degli haters.

Il cat-bombing ricevuto dal vicepremier

Nel 2015 sempre i profili social del ministro dell’interno erano stati presi di mira da un flash mob virtuale organizzato dal Progetto Kitten e a cui avevano preso parte 22 mila utenti, i quali avevano tempestato la sua bacheca di foto di gattini. A seguire era stato lo stesso Salvini a ribaltare il cat-bombing a proprio vantaggio, chiedendo ai fan di pubblicare le foto dei loro gatti sulla sua pagina ufficiale Facebook.

Alla mossa organizzata dal vicepremier giunse presto la replica di Matteo Renzi: “Sulla pagina Facebook di Salvini si possono condividere tenere immagini di gattini. Si tratta di una strategia studiata dal team del Ministro dell’Interno: proprio quando l’Italia sta andando a sbattere contro il muro, l’obiettivo è mostrare il capo della Lega molto umano. Tutto scientificamente costruito a tavolino, spero non con soldi pubblici.”