Paolo Bonolis si confessa a Chi e racconta dai progetti televisivi in programma, ai suoi privilegi, alla passione per l’Inter…
Paolo Bonolis si confessa sull’ultimo numero di Chi, a partire dall’annuncio del suo prossimo impegno televisivo a cui sta lavorando per Canale5: «Stiamo preparando due serate molto belle di musica con un racconto diverso dal solito. Ci saranno grandi ospiti, grandi personaggi musicali che interpreteranno un ruolo diverso rispetto alla consuetudine, anche se non lontano dalla loro professione». Ma non si ferma qui…
Bonolis attacca anche un certo tipo di televisione, quella che specula su dolore e sofferenze
Il conduttore attacca anche quei programmi che speculano sul dolore: «C’è del cinismo quando si cavalca il dolore, quando determinati passaggi drammatici della vita delle persone vengono esposti, trattati, sviscerati, analizzati, anche emotivamente enfatizzati da chi fa una trasmissione per ottenere un ascolto maggiore. (…)
E questo tipo di cinismo lo leggi spesso negli occhi di chi sta raccontando qualche cosa, ci sono anche atteggiamenti posturali e prossemici da parte del conduttore che svelano un disincanto assoluto nei confronti del dramma che sta trattando e una morbosa voracità nello sperare che questo dramma si amplifichi a vantaggio di un presunto ascolto. I nomi di questi conduttori? Penso che siano facilmente rintracciabili».
I più attenti hanno già ipotizzati che si parli in modo nemmeno tanto celato di una certa regina di Canale 5.
Il conduttore si è dovuto difendere dalle accuse dei fan…
Bonolis parla anche per la prima volta della polemica che si è scatenata la scorsa estate quando ha noleggiato un volo privato per andare alle Baleari con la sua famiglia e un gruppo di amici:
«Ho la fortuna di fare un lavoro che mi rende e utilizzo questo privilegio nella maniera migliore per la mia famiglia. Per il resto è più facile criticare che vivere. Io faccio la mia vita, non sono per natura un ostentatore.
Se alcuni mi vedono così perchè il mio conto in banca è più alto del loro mi dispiace, non vorrei che li muovesse una giustizia sommaria figlia di un irrisolto personale. Non puoi dire che tutti i ricchi sono imbecilli e che i poveri sono tutti saggi ma sfortunati, è una generalizzazione».
Infine, un commento su Icardi: «Bisogna capire che Icardi è isolato là davanti, dobbiamo aiutarlo affiancandogli un altro attaccante: non lasciamo Icardi da solo, altrimenti quello scrive autobiografie (ride, ndr). Non ho letto la sua, non ce la faccio a leggere la biografia di uno di 23 anni».